Cerca

VENETO

Muore in fabbrica a 18 anni in tirocinio: la protesta

Gli studenti e gli universitari in presidio davanti allo stabilimento dove ha perso la vita Giuliano

Muore in fabbrica a 18 anni in tirocinio: la protesta

Una protesta scoppiata dopo la morte, avvenuta a Noventa, Padova, di uno studente 18enne, durante un tirocinio in azienda. L'hanno inscenata altri ragazzi, studenti come lui, per protestare contro un sistema che, a loro avviso, non fornisce sufficienti garanzie.

Per approfondire leggi anche:

"La vostra scuola ci sta uccidendo”. “Basta studenti sfruttati. Basta studenti morti”.  Sono alcuni degli striscioni mostrati dagli studenti che nel pomeriggio di martedì 20 settembre, si sono dati appuntamento per un presidio davanti alla Bc Service di Noventa, l’azienda in cui venerdì scorso ha perso la vita Giuliano De Seta, il 18enne di Ceggia che stava svolgendo uno stage scolastico. Ne dà notizia il quotidiano Il Mattino di Padova.

La manifestazione è stata indetta dal coordinamento degli studenti medi del Nordest. Al presidio hanno partecipato circa duecento studenti provenienti da tutto il Nordest. A Noventa sono arrivati rappresentanti dei coordinamenti degli studenti medi di Venezia-Mestre, Treviso, Padova, Vicenza, Schio e Trento. Presente anche una rappresentanza degli studenti universitari.

 Gli studenti hanno protestato contro il modello di alternanza scuola lavoro previsto dal Pcto.

“Da 8 mesi a questa parte abbiamo visto morire tre studenti, uccisi da un modello di scuola che punta sempre di più a introdurci nel mondo del lavoro mandandoci a fare delle ore di "formazione" all'interno delle fabbriche e nelle aziende senza alcuna retribuzione e senza alcuna tutela”, hanno spiegato gli studenti, “A metà dello scorso anno scolastico dopo la morte di Lorenzo Parelli abbiamo cominciato il nostro percorso assieme agli altri studenti di tutta Italia, contro chi effettivamente ci vuole nelle fabbriche, contro chi vuole portare le aziende all'interno delle nostre scuole per insegnarci a lavorare, contro a chi fa comodo avere degli studenti e delle studentesse che lavorano gratuitamente piuttosto che retribuire e garantire tutele durante il lavoro”.

“Noi qui rivendichiamo un diritto allo studio degno, ci schieriamo contro il pcto e ne chiediamo l'abolizione perché la scuola è il posto dove si cresce, dove noi studenti e studentesse dovremmo essere istruiti, non il posto dove mandarci a morire. Non ci stiamo più, il tempo è scaduto e pretendiamo un cambiamento”. Al presidio hanno aderito anche i sindacalisti dell’Asl Cobas.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400