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ROVIGO

Emergenza affitti, mancano le case

“Difficile incrociare domanda e offerta, spesso i locatari non affittano agli studenti”

Emergenza affitti, mancano le case

Scarseggia in città ma anche nelle frazioni limitrofe, la disponibilità di appartamenti per studenti e lavoratori che per diverse ragioni necessitano di fermarsi in zona per brevi o medi periodi. Un’emergenza iniziata qualche anno fa con la nascita del magazzino di Amazon, che però nel tempo non ha trovato una soluzione definitiva e che continua a creare disagi al settore immobiliare.

“Se il fenomeno due anni fa era emerso con l’apertura di Amazon, ora persiste in maniera ancora più pesante - conferma Andrea Fiocchi, presidente di Fiaip, Federazione italiana agenti immobiliari professionali -. Una carenza che si è accentuata anche con l’apertura dei nuovi corsi accademici, per cui a suo tempo si è cercata una soluzione. Anni fa, infatti, era stata creata una tavola rotonda tra agenzie immobiliari, presidenti, Cur e sindaco per parlare di possibili alternative per arginare questo fenomeno. Confronto che si è poi riproposto anche in previsione dell’apertura del nuovo corso di ingegneria idraulica per comprendere cosa fosse disponibile nel territorio”.

Nonostante la volontà di risolvere il problema a mancare è proprio il prodotto in sé. “Tutti gli associati Fiaip confermano il permanere di questa situazione - specifica - che a volte è causata dalla scarsa disponibilità di appartamenti ma a volte anche da difficoltà nell’incrociare le esigenze del locatore con quelle del locatario. Spesso, infatti, gli studenti chiedono un periodo di locazione inferiore all’anno, in base al tempo necessario per fare i corsi, ed i proprietari non sono disponibili a queste forme. In Polesine non c’è la mentalità di affittare anche solo una stanza, come accade in altre province, e molto spesso il timore che uno studente possa creare danni o disagi fa sì che i proprietari rinuncino a dare il locale in affitto”.

Una diffidenza dovuta anche ad un problema nato durante la pandemia da Covid19, con il blocco degli sfratti. “Ci sono stati casi di persone che si sono ritrovate senza lavoro e non erano più in grado di pagare l’affitto o le spese condominiali - spiega Fiocchi - I proprietari degli appartamenti, però, hanno dovuto sostenere lo stesso alcune spese, anche quelle condominiali che per legge sono obbligati a coprire se l’inquilino non paga. C’è poi da dire che finché il contratto di locazione è aperto l’Agenzia delle entrate chiede di pagare delle tasse. Con questo blocco, quindi, molti proprietari hanno sostenuto spese enormi senza avere alcuna entrata”.

In un territorio che mira a crescere culturalmente, commercialmente ed economicamente l’emergenza appartamenti rappresenta quindi un grande limite. “Abbiamo richieste di locazione ferme sul tavolo, perché non c’è prodotto - aggiunge -, c’è carenza in generale di case e appartamenti su tutto il territorio. Questo rappresenta un grande limite per chi vuole venire a lavorare qui, ad esempio medici, ma anche per gli studenti universitari o del conservatorio che non hanno a disposizione posti dove stare. Ci sono stati Bed & Breakfast che si sono messi a disposizione per fornire camere in affitto, ma spesso sono distanti dal centro e si rivelano scomodi per gli studenti. C’è poi da aggiungere che un mercato del lavoro che non riesce a dare garanzie di contratti, crea un forte limite sia per chi cerca casa, sia per chi vorrebbe darla in affitto ma, giustamente, ha bisogno di garanzie”.

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