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CRISI ENERGETICA

"O paghiamo la bolletta o mangiamo"

Con questi costi, la Casa di Abraham, che dà speranza a tante persone (e animali) potrebbe non farcela

"O paghiamo la bolletta o mangiamo"

Decidere se portare la cena in tavola o pagare le bollette, è quanto sta accadendo alla Casa di Abraham, struttura che da anni opera nel sociale accogliendo presso i propri spazi le persone in difficoltà, che in questi giorni si è vista recapitare una bolletta con importi decisamente proibitivi.

“Oltre 1.300 euro del solo mese di agosto - conferma Susanna Carlesso -, non nego che sia stato uno shock per noi. Anche perché sarà molto difficile riuscire a pagarla”. Come per le famiglie anche per chi gestisce strutture i costi sono lievitati nel tempo, facendo traballare i bilanci di spesa.

“La Casa di Abraham normalmente pagava 300/350 euro - spiega - mentre negli ultimi mesi siamo arrivati a circa 650. Importi considerevoli tant’è vero che l’ultima bolletta non abbiamo potuto pagarla, perché dovevamo decidere se fare la spesa per far mangiare gli ospiti o spendere tutto in utenze. Questo però significa che tra poco ci ritroveremo quella che scade a fine mese da pagare, unita alla precedente. Circa 2 mila euro che certamente non abbiamo. Certo c’è la possibilità di rateizzare, ma si può fare solo su una fattura e comunque non risolve il problema per quelle che arriveranno dopo”.

La struttura attualmente ospita 17 persone, e dalla sua nascita si autofinanzia. “Con piccoli lavori o progetti interni che ci permettano qualche entrata - aggiunge Carlesso - perché altri aiuti ed entrate non ne abbiamo. Ci sono ospiti che contribuiscono con quello che possono dare, ma non sempre chi viene qui ha la possibilità economica di darci qualcosa. Per avere qualche entrata in più stavamo pensando di arrivare alcuni nuovi progetti, ma con questa prospettiva di spese dobbiamo per forza fermarci”.

Non solo persone però, da sfamare. La struttura ospita anche alcuni animali che nel tempo si sono rivelati di grande importanza per dare una possibilità agli ospiti più fragili. “Con il problema della siccità il fieno per alimentarli ha raggiunto importi proibitivi - continua -, nonostante avessimo spiegato le difficoltà la risposta di chi ce lo ha venduto è stata disarmante. O accettavamo di pagarlo quel determinato importo o potevamo lasciarli morire di fame”.

A preoccupare ora è l’arrivo dell’inverno ed il conseguente aumento di altri costi. “Ci sarà sicuramente il problema del gas - afferma -. Agli ospiti garantiamo un’oretta di riscaldamento la mattina, quando si svegliano, e alla sera prima di andare a dormire. Per il resto del tempo sfruttiamo il camino del salone, dove si riuniscono nelle giornate più fredde. Questo ci ha sempre permesso di risparmiare sui costi di riscaldamento, ora si parla di non poterlo più usare per problemi di inquinamento. Significa tagliarci completamente le gambe, visto che anche il gas prevede forti aumenti”.

Per una struttura che sopravvive grazie solo alla generosità e alla intraprendenza di chi vi opera, questo momento ora rappresenta un concreto pericolo per il futuro. “Il terzo settore è fondamentale e parte di questa società, ma è stato completamente abbandonato - conclude - sono tante le famiglie che stanno chiedendo aiuto ma siamo in difficoltà a rispondere perché noi stessi abbiamo bisogno di aiuto. Siamo sempre ottimisti, non ci siamo mai arresi di fronte a nulla. Dobbiamo farlo perché  non riuscire a trasmettere ottimismo a chi è più  difficoltà rappresenterebbe un fallimento. Ma con questa situazione, con le prospettive che si aspettano nei prossimi mesi sarà davvero difficile. Oggi riusciamo ad andare avanti nonostante le difficoltà, a volte mettendoci di tasca nostra ma anche noi abbiamo le nostre famiglie da mantenere e diventa sempre più complesso. Abbiamo davvero bisogno di aiuto, così non riusciamo a sopravvivere”.

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