VOCE
CNA ROVIGO
25.09.2022 - 06:00
“Investimenti e formazione per contrastare le difficoltà esplose negli ultimi due anni”. E’ la posizione della Cna, che ha fatto un’indagine relativa allo stato di salute dell’area “benessere” dopo le forti restrizioni degli ultimi due anni e alla luce delle nuove crisi dovute ai rincari delle bollette.
L’indagine ha riguardato gli operatori (acconciatori ed estetiste) ed evidenzia le criticità attuali, ma mette anche in luce la voglia di reagire delle imprese e gli elementi su cui puntare per impostare una strategia di rilancio.
Le imprese che dichiarano di aver chiuso il 2021 con un fatturato inferiore a quello del periodo pre-pandemico sono il 61,4% del totale. Tra queste il 19,4% ha dovuto provvedere ad un ridimensionamento strutturale. Sul fronte opposto, il 31,8% delle imprese ha recuperato in pieno la propria redditività e il 6,6% ha addirittura fatto meglio rispetto al 2019.
Le opinioni degli imprenditori si polarizzano: alcuni si concentrano sul clima di incertezza e sulla compressione dei consumi che ne può derivare (43,7% delle risposte), dall’altro sull’aumento dei costi d’esercizio (31,5%). Proprio l’aumento dei costi (dell’energia in primo luogo, ma anche dei prodotti utilizzati) costringerà le imprese a rivedere i listini. Si tratta di una scelta che la maggior parte degli operatori (il 53,1% del totale) ritengono inevitabile, ma che non vivono con leggerezza. Sono infatti consapevoli che l’esposizione alla concorrenza irregolare (fonte di preoccupazione per il 14% delle imprese), a fronte di ciò potrebbe aggravarsi.
Il 68,7% degli imprenditori ha intenzione di partecipare a corsi di formazione professionale entro la fine dell’anno. Il 41,7% pensa di coinvolgere in questi processi anche i propri dipendenti. Si tratta di una scelta “voluta” più che “dovuta”, dettata soprattutto dall’esigenza di migliorare le proprie competenze e differenziare la propria offerta.
“Le imprese del settore - dichiara Simone Minella, presidente della Cna Benessere di Rovigo - hanno voglia di continuare a investire. Al netto della formazione (ritenuta un asset fondamentale dalla maggioranza degli intervistati), quote non residuali di imprenditori del ‘settore benessere’ vogliono continuare a investire. Il 17,9%, ad esempio, vorrebbe rinnovare i locali entro l’anno, e il 27,2% ha già deciso di dotarsi di nuove attrezzature o macchinari. La capacità di ‘coltivare le relazioni’ - continua Minella - sembra essere un tratto accomunante delle professioni del benessere. Vale nel rapporto con la forza lavoro, ma anche rispetto dello scambio con la propria clientela”.
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