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Politica
29.09.2022 - 06:08
L'assessore regionale Roberto Marcato.
Un risultato che deve far riflettere e che deve essere occasione di comprendere dove si è sbagliato. Questa l’analisi dell’assessore regionale Roberto Marcato, sul recente, e deludente, risultato elettorale della Lega a livello nazionale dove il partito ha ottenuto un 8,89%, a fronte del 34,3% delle europee del 2019 e del 17,4% delle politiche del 2018.
La Lega esce da un risultato elettorale deludente, ben diverso dalle aspettative iniziali. Lo stesso Zaia ha invitato a non trovare semplici giustificazioni e cercare di comprendere quali aspetti hanno portato gli elettori a scegliere diversamente. Secondo lei quali possono essere le cause?
“Ci sono state due tipologie di problemi che hanno portato a tutto questo: uno organizzativo del partito ed un altro che riguarda i temi. Da qualche anno chiedevo a gran voce che il partito, dopo la stagione dei commissariamenti nati con il nuovo partito dopo Lega nord, andasse verso quella dei congressi di sezione nazionali, provinciali e regionali per strutturarsi. Di fatto per diversi motivi, incluso il Covid, i congressi non si sono fatti. Dopo qualche insistenza sono stati fatti quelli di sezione e quello regionale ma i provinciali no. Questo crea un grande problema, in un partito come il nostro che vive di militanza e che ha visto quindi mancare la cinghia di trasmissione tra la segreteria federale e il territorio perdendo molti militanti. Il risultato è stato che questi ultimi sono mancati e sono mancati i gazebo nelle piazze e gli incontri. In un partito ben organizzato come la Lega, questa assenza non ha consentito di avere una rete di ascolto sul territorio e di fare un intervento molto capillare. Dopodiché c’è il tema più politico e dell’identità. Qualcuno ha fatto fatica a distinguere Fratelli d’Italia dalla Lega, seppur i due partiti siano completamente diversi. Noi siamo per il territorio, autonomisti e federalisti con una visione diametralmente opposta del mondo rispetto a Fratelli D’Italia. Il fatto che l’elettore non percepisse la differenza deve far riflettere.”
Il ruolo di segretario di Salvini era stato inizialmente messo in discussione per poi, al termine del consiglio federale a Milano, aver chiarito che Matteo Salvini continuerà ad un ruolo fondamentale.
“Nessuno ha mai chiesto la sua testa ma Salvini deve la avere volontà di capire perché siamo passati da un 50% del 2018, un risultato incredibile, e tre anni dopo siamo praticamente dopo il Pd, inaccettabile. Non abbiamo saputo interpretare il territorio e ci è stata data una lezione.”
Primo passo l’avvio della trattativa per l’indicazione dei ministri del futuro governo di centrodestra. Ci sono già idee?
“Ancora troppo presto per parlarne. Quello che invece chiediamo è il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, perché è fondamentale per il tema relativo all’autonomia.”
Alla fine di questo bilancio in negativo quali sono gli spunti di riflessione per ripartire?
“Dobbiamo riprenderci la nostra identità, senza volontà nostalgica. Sono abituato a guardare sempre avanti, al futuro, avendo presente chi sono e quali sono le mie radici. Ma la Lega deve essere competitiva, deve saper reagire, tornando a parlare al territorio portando con sé i propri valori. Sicuramente ci ha penalizzato aver avuto 5 anni di legislatura e non aver portato avanti il tema dell’autonomia. Abbiamo votato il reddito cittadinanza che per il Nord ha un significato vicino allo zero e non abbiamo portato a casa l’autonomia dalle tre regioni che sono le locomotive del paese e che da tempo, invece, la chiedono. Sicuramente paghiamo anche lo scotto di essere stati al governo nel momento più difficile, ma questo non basta per giustificare questo tracollo. Dobbiamo avere coraggio di ripartire, traendo da quanto successo anche occasione di migliorare.”
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