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ROVIGO

Anziani sotto sfratto. 30 giorni di tempo

Le raccomandante spedite agli inquilini di Casa Serena stanno suscitando preoccupazione e allarme

"Gli anziani nelle case di riposo necessitano del massimo livello di attenzione"

Angosciati ed estremamente preoccupati, così appaiono gli ospiti di Casa Serena, che nei giorni scorsi si sono visti recapitare una raccomandata, firmata dal commissario straordinario regionale Ezio Zanon, in cui si comunicava l’imminente cessazione del contratto con la struttura corredato da un invito a liberare gli appartamenti entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione.

“Nella previsione della imminente restituzione di ‘Casa Serena’ al Comune di Rovigo, con la presente Iras comunica il proprio recesso dal contratto denominato ‘Impegnativa pagamento retta di ospitalità presso Iras Casa Albergo di Casa Serena’ - spiega la comunicazione - La presente comunicazione vale altresì come disdetta del contratto medesimo. La si invita pertanto a lasciare l'appartamento, libero e sgombero da ogni persona o cosa non appartenente ad Iras, nel termine di un mese dal ricevimento della presente comunicazione”.

Una raccomandata inattesa che ha messo in agitazione i diretti interessati, suscitando delusione, angoscia e paura di rimanere senza casa. “Io di qui non me ne vado, mi devono portare via di peso - commenta una ospite - non ho nessuno che mi possa ospitare, non ho nemmeno mobili perché quando sono venuta qui ho dato via quasi tutto perché o qualcosa c’era già o non c’era spazio sufficiente per metterli”.

Ma c’è anche chi dice di accettare la decisione ma quando si domanda dove andrà a vivere una volta liberata la casa la risposta oscura il viso. “Dove vado a vivere? Non lo so - racconta un’altra signora - Mia figlia ha una casa molto piccola con due stanze di cui una occupata dal bambino. Non c’è spazio per me. Accetterò qualsiasi cosa mi verrà proposta”.

E proprio l’alternativa è il punto che contestano gli attuali ospiti della struttura, perché oltre ad una comunicazione di liberare l’appartamento entro un mese non sono arrivate idee alternative per la sistemazione. “Trenta giorni per liberare tutto e trovare un altro posto sono davvero troppo pochi - continua l’anziana - se almeno ci avessero detto che ci spostavano da un’altra parte la questione sarebbe stata diversa”.

Anche chi pensa a trovare un appartamento conferma però di non riuscire a sostenere la spesa. “Qui pago una quota che include anche le utenze - spiega una terza donna - se dovessi trovare un’altra sistemazione, con 650 euro di pensione sicuramente non potrei sostenere tutte le spese”.

Anziani che perderebbero casa, ma anche una rete sociale di amicizie costruite nel tempo, dato che i servizi sono andati via via sparendo. “Da tempo non ci sono più educatrici, psicologi, nessuna forma di assistenza tranne un assistente sociale - spiega una nipote - I nostri nonni possono contare solo su loro stessi”.

E se questo non bastasse la struttura versa in uno stato di degrado impressionante, con buchi nel pavimento e nei muri, tubi a vista, pareti distrutte dalle infiltrazioni di umidità e bagni inagibili. Condizioni al limite del fatiscente. E gli anziani lamentano anche un problema di sicurezza, dato che di giorno, e spesso anche di notte, nessuno controlla in prima persona gli accessi.

“Le porte degli appartamenti non sono resistenti, si possono aprire facilmente. Ci sono poi persone che vivono in stanze dove il bagno è molto piccolo e non c’era lo spazio per una vasca o una doccia - prosegue la nipote di una delle ospiti - La persona che ci vive quindi deve usare un bagno esterno per andare a lavarsi. E poi buchi nei muri, tubi a vista e piastroni posati per terra. In alternativa ci sarebbe una doccia, peccato che sia completamente inagibile e semi distrutta”. Insomma la manutenzione era molto scadente.

Anziani e famiglie chiedono ora che qualcuno intervenga per dare delle risposte e risolvere il problema, perché il rischio che molte persone tra un mese si ritrovino per strada è concreto.

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