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ROVIGO

Caso Iras, soluzione in alto mare

Il primo cittadino: “Stiamo lavorando”. Cisl e Uil si rivolgono a prefetto e Regione

Caso Iras, soluzione in alto mare

Il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo

“Stiamo lavorando per trovare soluzioni”. Sorpreso dalle lettere di “sfratto” mandate da Iras agli inquilini di Casa Serena il sindaco di Rovigo non può che ripetere il refrain di un confronto con la Regione aperto a dispetto di una situazione di rottura che sembra durare da settimane. Lo stesso Gaffeo si dice sorpreso da “un atto unilaterale”, quello del commissario Ezio Zanon che ha spedito le lettere di fine contratto di affitto agli inquilini di Casa Serena.

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Primo atto, clamoroso, della dismissione dell’immobile della Commenda, destinato a tornare al Comune di Rovigo. Con o senza accordo ancora da vedere, anche se le prospettive sono negative. E quindi traspare una certa stizza per questo atto clamoroso del commissario Iras, a pochi giorni dalla fine del suo mandato.

Un atto che ha sollevato perplessità, polemiche e indignazione negli ospiti, nelle forze politiche e nell’opinione pubblica, che ora chiedono chiarezza e di conoscere tutti gli aspetti della vicenda. Sul caso era intervenuta anche la prefettura cercando una mediazione fra Comune e Regione, i cui rapporti sono sempre più tesi.

Ieri Gaffeo ha diffuso una nota per dire che in merito alla questione Iras e alle lettere di chiusura della struttura della Commenda: “La necessità di procedere ad una sistemazione degli spazi di Casa Serena, in vista di una soluzione potenziale della vertenza arrivando ad un progressivo svuotamento dell’immobile, era un percorso già contenuto negli indirizzi della Conferenza dei servizi. Siamo rimasti molto sorpresi da questo atto unilaterale, riguardante le lettere inviate da parte di Iras".

"Ora dobbiamo capire - prosegue la comunicazione del primo cittadino - come amministrazione cosa siamo in grado di fare ed è su questo che stiamo lavorando. Sono infatti, già in programma degli incontri anche con il commissario”. Insomma il confronto, dopo giorni di stallo potrebbe ripartire. Anche se la dismissione di Casa Serena è ormai nei fatti, non solo per le lettere di “sfratto”, ma anche per altre attività di trasferimento di anziani e arredi dalla Commenda a San Bortolo.

Le criticità però sono sempre le stesse: per una cinquantina di ospiti di Casa serena non ci sarebbe posto a San Bortolo, ed occorre trovare una soluzione alla sistemazione di questi anziani. Inoltre il ritorno al Comune dell’edificio della Commenda apre interrogativi su cosa farne, su quali risposte mettere in campo e sul tipo di modalità di questo rientro. In caso di recesso unilaterale di Iras, infatti, non sono esclusi strascichi legali.

Intanto anche i sindacati si muovono. Franco Maisto, della Cisl fp di Padova Rovigo dice che “I fatti di Casa Serena ci colgono di sorpresa e ci amareggiano molto. Nonostante i solleciti alla direzione dell'ente e al commissario per un incontro continuiamo ad apprendere notizie e colpi di scena dai media. Riteniamo quanto più urgente una convocazione in prefettura per poter avere tutti gli interlocutori di fronte e quindi poter comprendere realmente quale scenario si possa aprire. La dismissione di Casa Serena è chiaramente un forte segnale negativo per la Città. E’ viva la preoccupazione anche perché ospiti per primi e le maestranze sono preoccupati per il loro futuro”.

Cristiano Pavarin, della Uil fp aggiunge che “Quel che sta succedendo è davvero paradossale. Proprio quando eravamo stati rassicurati circa la ripresa del tavolo tra il comune e Regione, arriva questa pessima notizia. L’impressione è quella che le parti in campo si stiano lanciando dei messaggi precisi, attraverso quello che appare come una sorta di provocazione per fare uscire allo scoperto la controparte. Il nostro riferimento istituzionale è la prefettura ed è quella la sede dove chiederemo spiegazioni Di certo il territorio non si può permettere un rischio di questo tipo. La pazienza sta per esaurirsi. Mi appello al buon senso per trovate idonee soluzioni, di sicuro la Regione non può restare a guardare”.

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