VOCE
ROVIGO
06.10.2022 - 06:37
Il prefetto frena gli sfratti. Un alt che, probabilmente, verrà imposto ora alla lettera che il commissario regionale di Iras ha mandato, con provvedimento del 28 settembre scorso, agli inquilini di Casa Serena, una delle due strutture gestite da Iras e che ormai viene data per vicina alla chiusura.
Dopo due giorni di polemiche, indignazione, accuse, il prefetto ha deciso di scendere in campo e per questa mattina ha concordato un incontro con il sindaco Edoardo Gaffeo e col commissario regionale di Iras, Ezio Zanon. Ed è probabile che oggi Clemente Di Nuzzo, negli uffici di via Celio, dica che non è possibile intimare agli inquilini di lasciare liberi gli appartamenti di Casa Serena entro un mese. Che per un’eventuale attività di chiusura dell’immobile e di trasferimento di ospiti e inquilini, è necessario un piano concordato e condiviso con i familiari, per assicurare una nuova sistemazione e i medesimi servizi di assistenza agli stessi anziani.
E così l’arma messa in campo dal commissario regionale potrebbe ritrovarsi spuntata, sterilizzata dall’azione del prefetto, che già nelle scorse settimane si era detto disposto ad una mediazione fra le parti in causa, Comune di Rovigo e Regione in primis.
Ieri è stato lo stesso sindaco Gaffeo a parlare di “fuga in avanti”, di “atto di scorrettezza contrattuale quasi di inadempienza”. Insomma un “atto che non aveva alcun motivo di essere”. E per rispondere alle accuse di consiglieri leghisti, e fare piena chiarezza ha specificato che “Bisogna erre chiari in quello che si dice. Alla Conferenza di servizi io avevo detto che se davvero Casa Serena si deve chiudere lo si deve fare con determinate procedure concordate, trovando prima una sistemazione per tutti gli ospiti e concordando il tutto con le famiglie. Figuriamoci se avevo chiesto al commissario di sgomberare Casa serena entro la fine dell’anno, chi dice questo distorce la realtà dei fatti”.
E ancora: “Sottolineo, poi, che la convenzione che lega Iras e Comune per Casa serena non può essere sciolta in via unilaterale, e di sicuro non da Iras, servono degli accordi. Che ancora non ci sono, è vero, ma a sfilarsi dal confronto, per ora sono stati Ater e il responsabile della Regione nella Conferenza dei servizi. Le cose si fanno nel rispetto delle regole e delle procedure. Ricordo, poi, che fino ad ora l’unico ad aver messo soldi per la salvezza di Iras è stato il Comune stanziando 3,2 milioni di euro. Chi può dire di aver fatto altrettanto? Si parla tanto di piano industriale, ma noi non abbiamo ancora visto la versione definitiva”
Insomma il caso Iras continua a tenere banco, anche a forza di copi di scena. I numeri sono noti da tempo: circa 8 milioni di passvo per l’istituto di San Bortolo, costi di gestione insostenibili e un piano industriale che prevede la restituzione di Casa serena al Comune. Un passaggio, quest’ultimo, che prevede il trasferimento degli ospiti dalla Commenda a san Bortolo. Ma non c’è posto per tutti, per 16 inquilini e 36 pazienti autosuffcienti serve una nuova sistemazione, una soluzione che al momento ancora non appare all’orizzonte. Anche su questo il prefetto chiederà e solleciterà chiarezza.
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