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Giulia Lazzari, tre anni dopo

Lunedì 17 ottobre deposizione di un mazzo di fiori sulla panchina rossa in sua memoria poi messa in Cattedrale

Giulia Lazzari, tre anni dopo

Una ferita sempre sanguinante per i familiari, una ferita sempre aperta per la comunità adriese la tragica morte di Giulia Lazzari, giovane mamma di 23 anni strangolata dal marito, tre anni fa: il 17 ottobre 2019. “Ricordando Giulia” è la manifestazione in programma oggi pomeriggio, 17 ottobre, “per rendere un doveroso tributo – ricorda il sindaco Omar Barbierato – alla memoria di Giulia Lazzari, nostra concittadina tragicamente scomparsa”. Così l’amministrazione comunale ha organizzato due momenti: alle 17,30 nei Giardini Mazzini, si svolge la deposizione di un mazzo di fiori sulla panchina dedicata alla sua memoria, seguono gli interventi del sindaco, del presidente del consiglio comunale Francesco Bisco, quindi Rosanna Stocco presidente della commissione comunale per le pari opportunità e un rappresentante del forum giovani. Subito dopo, alle 18,30 in Cattedrale, viene celebrata una messa in suo suffragio. Significative le parole scolpite sulla targa posta nella panchina rossa: “A Giulia Lazzari e a tutte le vittime di un amore sbagliato”. Segue il numero del centro antiviolenza 3480908200 da utilizzare per qualsiasi emergenza, anche per segnalazioni.

La panchina, inaugurata nel dicembre 2019, è un dono alla città della ditta adriese Pi.Enne, al centro porta una piccola quanto significativa scultura ideata da Norma Carletti. “Il cuore è bianco – spiega - per risaltare di più nel rosso circostante. Nel cuore sono evidenziati i volti di un uomo e una donna nel tentativo di baciarsi ma sono divisi perché si tratta di un amore sbagliato: ecco un cuore spezzato. Il cerchio sta anche a indicare il circolo della vita: la donna dà la vita, il rosso simboleggia il dolore e soprattutto una vita soppressa, il rosso è il colore dell’amore e del sangue. Un altro particolare – puntualizza Norma – sono i piedi dove abbiamo riportato la scarpetta rossa che è diventata il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne”. Dopo tanti giorni, settimane e mesi sotto il sole africano delle ultime estati, il rosso ha perso la propria intensità, così alcuni giovani hanno provveduto a riverniciarla.

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