VOCE
AGENZIA DELLE ENTRATE
17.10.2022 - 20:30
Tempesta di cartelle esattoriali in arrivo, per tanti cittadini ma, soprattutto, per tante aziende italiane e locali. A preoccupare però, confermano i commercialisti, sono le comunicazioni di pignoramento partite dall’Agenzia delle Entrate che causano blocchi dei conti bancari e aggravano ancora di più il quadro della salute delle attività in crisi.
“Possiamo confermare che in queste settimane stanno arrivando le richieste di pagamento delle cartelle esattoriali sospese, con provvedimenti che ne avevano congelato le notifiche, durante il periodo Covid - conferma Riccardo Borgato, presidente dell’ordine dei commercialisti revisori locale - ma a preoccuparci è soprattutto il fatto che, oltre alla notifica di queste richieste di pagamento, è partita in maniera pesante anche la procedura esecutiva”.
La procedura esecutiva prende avvio con il pignoramento che può avere a oggetto somme di denaro, beni mobili e beni immobili. “Scaduti i termini di pagamento di queste cartelle esattoriali, se l’importo non viene versato o se non viene impugnata la richiesta, si procede per riuscire ad incassare i soldi andando a pignorare ciò che è presente nei conti correnti attivi in banca, oppure i beni di proprietà oppure i crediti verso terzi - specifica Borgato - lo strumento del pignoramento verso terzi e istituti bancari spesso comporta che l’istituito bancario blocchi l’attività dei conti. Un segnale decisamente negativo per un’azienda”.
Dopo la notifica dell’avviso di intimazione il debitore ha cinque giorni di tempo per effettuare il versamento di quanto dovuto ma resta ferma la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme a debito o la sospensione legale della riscossione nei casi e nei termini previsti dalla legge.
“Con un provvedimento del decreto aiuti, nel periodo estivo, era stata semplificata la possibilità di rateizzazione che, fino ad un importo di 120mila euro, era possibile richiedere anche in assenza di condizioni particolari come accadeva in precedenza - aggiunge - ovvero senza bisogno di documentare la ‘temporanea situazione di obiettiva difficoltà’. Era stato inoltre variato l’istituto della decadenza dalla rateizzazione, non più dopo il mancato pagamento di cinque rate, ma di otto. Una volta decaduti da una dilazione, il debito residuo, però, non può più essere rateizzato”.
Secondo Borgato la situazione può diventare molto complessa. “Sicuramente le notifiche sono partite almeno da sei mesi, ma come detto prima quello che ci preoccupa è proprio l’azione esecutiva - specifica - ci auspichiamo che vengano incentivati strumenti per dare respiro alle aziende che stanno ricevendo queste comunicazioni. Tra questi l’aumento del numero di rate per quanto riguarda la rateizzazione ordinaria. Questo tipo di rateizzazione al momento attuale consente di pagare il debito fino a un massimo di 72 rate, pensiamo potrebbe essere importante portarle a 120, come invece prevede il piano straordinario”.
Tra le altre opzioni su cui intervenire anche gli importi delle sanzioni e degli oneri a carico del debitore. “Che andrebbero ridotti - conclude - sono costi che possono arrivare ad aumentare anche del 50% l’importo dovuto”.
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