VOCE
LA GRANDE CRISI
18.10.2022 - 20:00
“Tempesta perfetta? Forse è anche riduttivo”. Questo il commento di Andrea Trombin di Confartigianato per quanto riguarda la grave situazione delle imprese locali che, dopo aver affrontato le difficoltà della pandemia e gli spaventosi rincari delle bollette ora si trovano bloccate dalle richieste dell’Agenzia delle Entrate per tasse non saldate.
“L’attività esecutiva portata avanti dall’Agenzia delle Entrate, che sta mandando avanti le cartelle esattoriali, è solo una parte della realtà che le aziende stanno affrontando oggi - conferma - le attività sono impossibilitate a programmare, a pianificare l’attività imprenditoriale perché non in condizione di prevedere le spese future”.
Ad incrementare non solo i costi energetici ma anche i mutui a tasso variabile. “Bisogna assolutamente pensare a cosa fare per andare incontro a queste urgenze - aggiunge - ad aprile 2022 il direttore dell’Agenzia delle Entrate aveva dichiarato che il patrimonio di tutte le cartelle che avevano in pancia non era più gestibile, data la vastità. La priorità di questo governo sarà rimodulare la gestione di tutte queste cartelle. Bisogna rivedere l’impianto sanzionatorio, ma non è l’Agenzia delle Entrate che può farlo, questo spetta al governo”.
La prospettiva è che tante aziende si trovino a dover decidere di chiudere definitivamente. “Se, partita l’azione esecutiva, ciò che si trova nel conto bancario non basta a saldare il debito parte il pignoramento dei beni - spiega - anche strumentali. Questo significa bloccare completamente l’azienda. Occorre che ci sia una revisione dell’impianto sanzionatorio. Chi deve pagare deve farlo ma va aumentata la possibilità di rateizzazione”.
Tra rate di bollette, rate dei mutui e rate per pagare le tasse, però, il rischio è che le aziende lavorino solamente per pagare i debiti. “Siamo davvero preoccupati - spiega Matteo Rettore di Cna - oggi le aziende utilizzano l’energia e non sanno quanto la stanno pagando, trovandosi qualche mese dopo di fronte a sorprese perché non conoscono l’entità dei costi. Le attività stanno quindi riducendo gli orari di apertura, hanno aumentato i giorni di chiusura e stanno ragionando con i dipendenti in termini di ferie. Il passaggio successivo sarà utilizzare gli ammortizzatori sociali. Oggi li mette in ferie e domani in cassa integrazione. Non riguarda solo le imprese a grande consumo di energia ma anche le tante piccole imprese che si trovano a fare conti con spese inaspettate. Molti, per sostenere i costi attingono a risparmi privati, si sta tamponando in attesa delle decisioni del governo”.
Un problema che sta impattando pesantemente anche su coloro che lavorano con l’export che non riescono ad essere competitivi con i prezzi degli altri mercati. “Ci sono nazioni che non hanno questi problemi e questo può davvero mettere in crisi le aziende italiane che lavorano con quelle parti del mondo - prosegue - che si trovano a competere con prezzi decisamente diversi”.
Secondo Rettore quindi è fondamentale trovare un interlocutore. “Serve un provvedimento forte - continua - oggi siamo in un’impasse ma speriamo si risolva e che appena ci sia l’insediamento si prenda questa questione con forza. Tra poco si apre la stagione, rischiamo di avere davvero la tempesta perfetta in cui si cumuleranno le bollette, a fine novembre gli acconti e a dicembre le prime bollette del gas”.
Il rischio è di perdere attività, posti di lavoro ma anche un patrimonio culturale del territorio. “Rate per bollette, per i mutui, per le cartelle esattoriali, si preannuncia un disastro anche sociale - conclude Trombin - tante aziende stanno cercando di gestire il problema, alcune parlano anche di chiusura. Tutti questi aumenti, queste variazioni sono un laccio che continua a stringere, se stringe troppo porta all’asfissia”.
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