VOCE
ROVIGO
18.10.2022 - 20:00
Una proposta di matrimonio fuori dal comune, anzi più precisamente fuori dall’ospedale.
E’ quanto ha voluto fare Matteo, giovane rodigino di 41 anni, alla sua compagna Patrizia, in una giornata per entrambi molto importante. “Siamo venuti qui stamattina per fare una visita medica - conferma Matteo - tempo fa mi hanno diagnosticato una malattia chiamata ‘Pattern di Brugada’, che colpisce il cuore. Oggi ci avrebbero dato più informazioni e valutato il suo livello”.
La sindrome di Brugada è una malattia geneticamente determinata che predispone a rischio di aritmie ventricolari maligne e può essere causa di morte improvvisa in soggetti giovani adulti, anche se con cuore strutturalmente sano.
“Questa malattia comporta cambi radicali dello stile di vita - specifica Matteo - quindi rallentare ed evitare il più possibile lo stress, oltre che seguire scrupolosamente le indicazioni che ci hanno dato”. Una diagnosi che ha sconvolto tutti i piani della giovane coppia, già genitori di un bimbo di due anni di nome Elia.
“A dire il vero il progetto di sposarci c’era già - conferma Matteo - ma lo aveva chiesto lei per prima una sera a casa. Non le avevo ovviamente detto di no, ma le avevo chiesto di aspettare perché la mia mente in quel momento era occupata da mille pensieri”.
Matteo però aveva chiesto tempo non solo per via della diagnosi ma perché fondamentalmente convinto di dover essere lui a chiedere la mano, e aveva deciso di farlo in un giorno speciale per diverse motivazioni. “La visita era programmata per il giorno 20, il nostro anniversario - aggiunge - poi è stata anticipata di qualche giorno, fortunatamente era comunque una data importante perché legata alla prima volta in cui siamo usciti”.
Al termine della visita di controllo, varcate le porte dell’ospedale, Matteo si è quindi fermato qualche secondo e, anello in mano e, come tradizione domanda, in ginocchio, ha chiesto a Patrizia di diventare sua moglie.
“Proposta che nasce dalla volontà di concludere questo nostro percorso di coppia di sette anni - prosegue - aprendo un nuovo capitolo della nostra vita, come marito e moglie. L’ho voluto fare qui oggi perché non volevo perdere altro tempo, con un figlio piccolo, gli impegni lavorativi e tante cose da fare si rimandava. E poi contavo molto sull’effetto sorpresa, direi riuscito perfettamente. Mi rendo conto che la cornice non è proprio romantica, ma è il posto giusto visto la giornata decisamente speciale”.
Una visita conclusa con un doppio sorriso, perché le notizie date dai medici alla coppia sono state confortanti. “Diciamo che è andata meglio del previsto - conclude Matteo - ci hanno rincuorato e tranquillizzato. Siamo usciti con un sorriso in più”.
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