VOCE
COLDIRETTI
20.10.2022 - 15:00
"Preoccupano i dati sulle aziende agricole che si trovano ad affrontare contemporaneamente rincari, cali di produzione, tagli negli acquisti dei mezzi di lavoro: Coldiretti lancia l’allarme, questi sono i primi effetti della crisi energetica in agricoltura". Lo spiega la nota stampa dell'associazione di categoria dei coltivatori diretti.
"Secondo i dati del Crea più di una azienda su dieci (13%) è in pericolo di chiusura. Inoltre, su analisi di Coldiretti, è nella misura del 14% il taglio negli acquisti di trattori nelle campagne italiane dove si taglia anche del 30% l’uso dei fertilizzanti a causa dei rincari energetici che mettono a rischio la produttività dei raccolti Made in Italy e le forniture alimentari degli italiani".
"Le difficoltà economiche hanno portato a ridurre l’acquisto di mezzi tecnici indispensabili per le coltivazioni già duramente colpite dal clima anomalo. Un calo negli acquisti del 14% si registra anche per le mietitrebbiatrici, mentre le trattrici con pianale di carico perdono il 21,5% e i rimorchi il 9,5% secondo Federunacoma".
"A pesare sul settore ci sono una serie di costi che sono balzati, raddoppiati, triplicati. I fertilizzanti, in un anno sono più che raddoppiati; In particolare l’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata. I prezzi dei fertilizzanti sono aumentati dopo le sanzioni contro le aziende bielorusse che producono potassio e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha gettato nel caos una grossa fetta delle forniture globali. Si stima che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produce circa il 20% dell’azoto mondiale".
"La produzione agricola e quella alimentare in Italia assorbono oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Enea. Nel sistema agricolo i consumi diretti di energia includono i combustibili per trattori, serre e i trasporti mentre i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica (4,7 Mtep). Il comparto alimentare richiede invece – continua la Coldiretti – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep)".
“Si tratta di una bolletta energetica pesante - spiega Silvio Parizzi, direttore di Coldiretti Rovigo - nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione. Senza dimenticare che a migliorare il bilancio energetico della filiera ci sono gli investimenti nell’economia circolare con la produzione di bioenergie, dal fotovoltaico sui tetti di stalle e capannoni rurali fino alla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano che va sostenuto adeguatamente”.
“Questo impegno delle nostre aziende va sostenuto con interventi diretti - conclude Parizzi - equiparando le imprese dell’agroalimentare alle aziende energivore per tutte quelle misure che le riguarderanno in modo da garantire la produttività nelle nostre campagne ma anche per non far gravare gli aumenti dei costi sui consumatori”.
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