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LA STORIA

Jessica scolpisce con i capelli

Una splendida e appassionata avventura artistica

Jessica scolpisce con i capelli

Un scultura fatta di capelli. Lei è Jessica Mantovani, ha 30 anni, ed è una giovane artista in formazione, studentessa all’Accademia di Belle arti a Verona dove - racconta - "frequento il terzo anno del dipartimento di arti visive".

"La mia formazione artistica - prosegue - inizia in giovane età nell’istituto artistico di Castelmassa. Solo anni dopo, con l’inizio del nuovo percorso in Accademia, inizio a studiare più approfonditamente il mondo delle arti contemporanee e dei diversi linguaggi artistici. Sostanzialmente il mio percorso artistico è iniziato tre anni fa ed è tutt’ora in corso. La mia ricerca artistica tratta il tema dell’essere umano in relazione con la natura".

"Ovvero riflettere sulla condizione umana all’interno della società e il rapporto non-rapporto che ha con la natura e nel mondo in cui vive. Mi soffermo specialmente sullo studio delle forme presenti in natura e sullo studio della forma umana, da qui le unisco e stabilisco un legame, quel legame ormai perduto. Mi piace immaginare e sperare che un giorno questo legame possa renderci degli esseri degni di far parte di questo mondo. La mia ricerca avviene direttamente sul campo, ossia in natura, osservando, ascoltando e immaginando l’esistenza di nuove forme di vita in una dimensione parallela. Spirituale. Intima. Ogni progetto nasce interiormente e solo poi, all’interno del mio studio di lavoro, le idee iniziano a prendere forma”.

Significativo il fatto che la Mantovani prima lavorasse come parrucchiera e solo e dopo abbia intrapreso con la carriera artistica un nuovo percorso di vita. La stesa conferma che il periodo di pandemia ha costituito per lei un momento di scelta.

“Biodiversità umana” è una scultura-installazione realizzata con i capelli. “Perché - spiega - i capelli sono associati alle persone, sono parti viventi del nostro corpo. Non a caso la scultura è stata ideata e progettata per essere collocata in natura, come segno di ricongiunzione con essa, due forme diverse capaci di coesistere assieme. La scelta del luogo di esposizione ha un ruolo fondamentale. Lo scopo è quello di poter sensibilizzare le persone e rendere la scultura viva che possa dialogare in un contesto dove le clienti e i clienti del salone fanno da protagonisti.

Possano loro stessi dunque riconoscersi-rispecchiarsi nell’opera, dato il loro prezioso contributo per la realizzazione, i loro capelli, di volta in volta, sono stati raccolti e dato loro una nuova forma di vita e di rinascita. Ringrazio Matteo Scanavacca che, grazie al suo salone, ha raccolto per me quantità infinita di capelli collaborando così alla realizzazione della scultura”.

E adesso dell’artista polesana si attende una mostra a tema.

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