Cerca

ADRIA

Viaggio a Venezia e ritorno? Odissea di quasi sette ore

Sballottati tra treni e bus: l'ennesima protesta

Viaggio a Venezia e ritorno? Odissea di quasi sette ore

Sei ore e mezza tra andata e ritorno passando dal treno al pullman, dal pulmino al... pedibus

Un’avventura, anzi, una vera e propria disavventura andare a Venezia in treno di domenica o, comunque, nei giorni festivi: tra andata e ritorno 6 ore e mezza solo di viaggio. E con una nuova formula di intermodalità: treno, pullman, pulmino e pedibus. “Forse - commenta con sarcasmo qualcuno degli sfortunati viaggiatori domenicali - si trattava di un pellegrinaggio laico, bastava che ci avvisassero, almeno lo avremmo apprezzato”.

Ecco allora la testimonianza di un’adriese che, insieme ad altre due amiche, decide di andare a trascorrere una domenica nella città lagunare. “Il disagio comincia prima del viaggio - racconta - perché di domenica biglietteria è chiusa. Chiamo qualche giorno prima il numero verde di Sistemi territoriali e chiedo come acquistare il biglietto. Una gentile impiegata risponde candidamente che ci sono le biglietterie automatiche in tutte le stazioni. No, dico, ad Adria non c’è. Impossibile, risponde lei. Controllo subito. Dopo 30 secondi richiama: ‘E’ vero, ad Adria non c’è. Deve andare in edicola o dal tabaccaio’. Bene, ma il tabaccaio la domenica è chiuso e l’edicola apre a domeniche alterne”. Replica: ‘Allora non so cosa dirle, comperi il biglietto il giorno prima’. Fantastico. Da brava e civile cittadina cambio i miei impegni per il sabato e vado a comprarmi il biglietto”.

Arriva la domenica e si parte senza immaginare minimamente a quello che si sta andando incontro. “Poco dopo essere saliti in treno - dice - ci informano che la linea è interrotta e si scenderà a Piove di Sacco per prendere un bus che ci porterà fino a Mestre dove saliremo su un treno fino a Venezia. A Venezia arriviamo dopo due ore abbondanti di scomodo viaggio. In treno il controllore ci informa che il bus ci farà scendere nel piazzale della stazione di Mestre ma che, per il ritorno, l’autobus farà la fermata in un altro posto alle 17.43 e ci consiglia di partire da Venezia con 10-15 minuti di anticipo. Bene”.

Arriva il pomeriggio e comincia il viaggio di ritorno. “Treno da Venezia alle 17: arriviamo a Mestre in 10 minuti - prosegue il racconto - andiamo al deposito bagagli della stazione di Mestre dove fanno anche servizio di biglietteria per Sistemi territoriali. Una gentile impiegata ci spiega che l’autobus ci attenderà alle 17,43 davanti all’hotel Lugano a Marghera. Ci incamminiamo (le turiste adriesi, ndr) verso la destinazione indicata e scopriamo di essere in compagnia di un nutrito gruppo di altri viaggiatori che devono fare la nostra tratta. Arriviamo davanti all’hotel Lugano con largo anticipo dove troviamo altre persone che stanno aspettando lo stesso bus. Saremo un ventina. Arrivano le 17.43 poi le 17.50, poi le 18 e le 18.10 di autobus sostitutivi della linea ferroviaria manco l’ombra”.

Anche la pazienza comincia a esaurirsi. “Cerchiamo un numero di telefono sul sito di Sistemi territoriali e proviamo a chiamare tutti i numeri, compreso il numero verde. Non risponde nessuno. Sul sito web troviamo un annuncio con una diversa indicazione per la fermata del bus. Torniamo tutti al deposito bagagli e chiediamo spiegazioni. Troviamo un cartello esposto che conferma la fermata all’hotel Lugano e ci dicono di tornare là ad aspettare il bus che prima o poi arriverà. La ciurma di incavolati si avvia alla ricerca del bus fantasma quando lo riconosciamo nel parcheggio davanti alla stazione. Chiediamo chiarimenti all’autista e capiamo che la direzione di Sistemi territoriali ha dato disposizioni incongruenti che hanno creato il disguido. Comunque possiamo salire e si parte per raggiungere la stazione di Piove dove, per proseguire per Adria, bisogna attendere il treno delle 20.20 con il quale siamo arrivati ad Adria alle 21 passate”.

Dunque, dalle 17 alle 21, dalla salita in treno a Venezia alla discesa ad Adria ben quattro ore per una sessantina di chilometri. In tutto tra andata e ritorno sono servite sei ore e mezza passando dal treno, al pullman, al pulmino e tratti a piedi. Approdate in viale Maddalena le viaggiatrici si voltano, guardano la stazione e si domandano l’un l’altra: “Com’era la favola di Adria città di servizi per il turismo? Forse ci è sfuggito qualcosa?”

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • frank1

    26 Ottobre 2022 - 08:04

    Tanto per dirne una sulle fs:i dipendenti..gli ex dipendenti..le famiglie dei dipendenti..i pensionati delle fs cov relativa famiglialle...viaggiano per tutta italia gratis per sempre!!!li paghiamo noi!!

    Report

    Rispondi