VOCE
Stienta
26.10.2022 - 12:30
Nelle scorse settimane, sulla stampa locale, sono apparsi un paio di articoli relativi ad un presunto utilizzo di collari elettrici sui cani da caccia. Roberto Rovigatti, presidente di Federcaccia in Provincia di Rovigo e cacciatore stientese, a nome delle sei associazioni venatorie presenti in provincia di Rovigo, interviene nel merito della questione.
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“La lettura di titoli e articoli ha fatto provare, a ciascuno di noi, un senso di deplorazione nei confronti di questo riprovevole episodio. Leggendo poi attentamente gli articoli, gli estensori classificano l’episodio in modo certo e sicuro definendoli maltrattamento degli animali di affezione perché avrebbero ricevuto scosse dolorose tali da evidenziare un comportamento anomalo degli animali, intimoriti e innaturalmente immobili”.
E qui arriva la precisazione di Rovigatti: “Solo per completezza d’informazione vorrei far rilevare che in realtà gli agenti intervenuti hanno riscontrato esclusivamente l’apposizione sull’animale del collare elettronico, mentre il veterinario dell’Ulss, intervenuto immediatamente, non ha riscontrato nessuna lesione cutanea, nessuna lesione all’udito né tantomeno nessuna alterazione psichica nei cani”.
Tralasciando l’etica, questo porta comunque qualche conseguenza: “Gli agenti hanno effettuato il solo sequestro degli apparecchi, applicando indicazioni operative che sarebbero osservanti della recente giurisprudenza in merito. All’interno della giurisprudenza recente però, non viene minimamente preso in considerazione il giudizio espresso dalla Corte di Cassazione in una sentenza penale (Sez.3 n° 10758 del 2021) che stabilisce a chiare che lettere che non è la mera apposizione sull’animale del collare elettronico, ma il suo effettivo utilizzo, nella misura in cui ciò provochi gravi sofferenze o patimenti fisici".
"Inoltre, sempre secondo il giudizio espresso dalla Corte di Cassazione, non si ravvisa la sussistenza del reato unicamente dal fatto che i cani indossassero il collare senza verificare che, tramite il suo concreto utilizzo, siano state cagionate gravi sofferenze”. Insomma Rovigatti, sembra di capire, o il cacciatore è colto sul fatto, situazione effettivamente complicata da realizzare, o l’utilizzo del collare provoca danni visibili all’animale, oppure tutto a posto, il cacciatore può sistemare il collare sul cane?
“In sostanza non è vietato l’uso corretto dell’apparecchiatura ma il suo accertato abuso. Abuso che può venire effettuato solo da scriteriati perché provoca danni ai loro ausiliari. Sono certo, siamo certi, che nessun cacciatore degno di questo nome abbia in animo di danneggiare il miglior compagno di uscite in campagna”.
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