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SPARI IN CLASSE

Prof non tutelati e famiglie che non educano più

I sindacati commentano il brutto episodio

Prof non tutelati e famiglie che non educano più

“Ragazzi sempre più maleducati e insegnanti non tutelati dallo Stato”. Giovanni Vascon, segretario reggente categoria scuola per la Cisl Padova e Rovigo, commenta l'episodio della professoressa colpita dai pallini di una pistola ad aria compressa.

Tema scuola e sicurezza dei docenti: cosa sta succedendo?

“Purtroppo non è una novità, negli ultimi anni ci siamo dovuti confrontare con episodi davvero spiacevoli. La settimana scorsa ero a Palermo per l'assemblea nazionale della Cisl scuola e un collega raccontava l'episodio di minacce e spintoni dei genitori ad un insegnante per il telefono ritirato alla figlia in classe. Sentirlo raccontare dal vivo mi ha fatto venire i brividi”.

Il problema sono anche i genitori?

“I problemi sono due: la famiglia ma anche lo Stato che deve difendere e tutelare i suoi lavoratori. Inutile scrivere che siamo pubblici ufficiali quando c'è un mondo di genitori che non ha rispetto della scuola. A Selvazzano 2 anni fa i ragazzi stavano uscendo da scuola e dei genitori hanno colpito a ceffoni l'insegnante, donna, davanti a tutti. Ma di casi del genere ce ne sono tantissimi. Pensiamo che capitino lontano da noi invece capitano ovunque anche da noi”.

La famiglia non educa più?

“E’ il problema principale. Lasciano fare ai ragazzi tutto quello che vogliono. Mancano regole ed educazione, è evidente che oggi i ragazzi sono più maleducati perché sanno di poterlo essere. È in famiglia che devono educare, la scuola può mettere una pezza”.

Che provvedimenti dovrebbe prendere la scuola?

“Non solo la scuola, lo Stato. Negli anni lo Stato non ha mai preso provvedimenti. Serve considerazione del personale e della scuola. Servono punizioni esemplari e allora nessuno si potrà permettere mai più. Se necessario si deve far pagare il genitore sul piano penale con tutto quello che ne consegue. E solo così i genitori degli altri ragazzi impareranno che non possono permettersi di andare a scuola a picchiare un pubblico ufficiale”.

Anche Valter Ciancaglia e Pieralberto Colombo, della Cgil esprimono solidarietà alla docente, e spiegano che “episodi come questo fotografano una situazione divenuta ormai insostenibile, dove sempre più spesso la scuola si trova abbandonata a se stessa nell’affrontare situazioni complesse per occuparsi davvero delle quali, nonostante tutto l’impegno profuso, non sempre vi sono gli strumenti adeguati. Ed è qui che deve innestarsi un sinergico rapporto di collaborazione e sostegno delle istituzioni preposte, con il necessario coinvolgimento delle famiglie, al fine di evitare che la scuola, luogo dove quotidianamente si insegna la convivenza, il rispetto, l’inclusione, diventi ‘terreno di sfogo’ di certi alunni che si sentono autorizzati a compiere gesti come quello appena descritto ma che presentano sicuramente difficoltà e disagi più profondi.

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