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IL CASO

"I cacciatori? Non amano i loro cani, anzi..."

Lega nazionale difesa del cane contro l'utilizzo dei collari elettrici, frequente in Polesine

"I cacciatori? Non amano i loro cani, anzi..."

 Nel corso di un’operazione di controllo dell’attività venatoria, la Polizia Provinciale di Rovigo ha denunciato un cacciatore perché il suo springer spaniel indossava un collare elettrico. Lo ricorda la Lega nazionale per la difesa del cane, commentando i risultati dei controlli della polizia provinciale.

"Questo dispositivo, infatti - prosegue la comunicazione - viene utilizzato per addestrare i cani tramite uno stimolo doloroso che, come confermato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n.11561 del 2020, è tale da incidere sensibilmente sull’integrità psicofisica dell’animale producendo sofferenze e conseguenze sul sistema nervoso. La stessa cosa era successa il mese scorso, con il sequestro di altri due collari elettrici che un altro cacciatore aveva applicato ai suoi due segugi".

"Queste persone non si smentiscono mai. Per loro il cane non è un compagno con cui instaurare una relazione, ma uno strumento da utilizzare per il loro macabro passatempo e ogni mezzo è lecito – secondo loro – per ottenere il risultato desiderato - commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection - Il loro istinto di violenza e sopraffazione non si limita soltanto agli animali che uccidono senza pietà, ma anche ai loro cani che devono essere ‘educati’ usando la paura e il dolore. Ovviamente, noi di Lndc Animal Protection ci siamo uniti alla denuncia perché questo tipo di ‘addestramento’ non può essere tollerato in alcun modo".

"Le associazioni venatorie hanno anche cercato di difendere il loro compagno di uccisioni, peraltro in maniera abbastanza ridicola, sostenendo che il semplice fatto di indossare il collare elettrico non può essere considerato un maltrattamento se lo stesso non viene utilizzato per punire l’animale con la scossa. E quale sarebbe allora il motivo di farglielo indossare? Quale altro motivo potrebbe spingere queste persone ad acquistare un prodotto parecchio più costoso invece di un semplice collare? Tra l’altro, lo stesso denunciato ha detto alla Polizia Provinciale che l’altro suo cane indossava un collare elettrico fuori uso perché era già consapevole degli effetti del collare funzionante. A dimostrazione che è abituato a usarlo come metodo coercitivo. La cosa che sorprende, comunque, è che questi strumenti di tortura siano ancora in commercio nonostante non sia consentito utilizzare metodi cruenti per l’addestramento”, continua Rosati.

“Oltre alle pronunce della Cassazione, infatti, anche la Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia all'art.7 stabilisce che ‘nessun animale da compagnia deve essere addestrato con metodi che possono danneggiare la sua salute ed il suo benessere, in particolare costringendo l'animale ad oltrepassare le sue capacità o forza naturale, o utilizzando mezzi artificiali che causano ferite o dolori, sofferenze ed angosce inutili’. Ci aspettiamo quindi che venga riscontrato il maltrattamento e riconosciuto il reato previsto e punito dall’art. 727 c.2 del codice penale”, conclude l’avv. Alessandra Itro, del team legale LNDC Animal Protection.

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