VOCE
PORTO VIRO
28.10.2022 - 21:00
Andrea Sartori, è il primario di Chirurgia della casa di cura Madonna della Salute di Porto Viro. Racconta del reparto di chirurgia bariatrica, dalla nascita agli sviluppi recenti.
Ci racconti del reparto di chirurgia bariatrica.
“E’ stato fondato alla fine del 2015, inizio 2016. Gli interventi sono rivolti a ridurre l’obesità che è stata riconosciuta come malattia, e non come inestetismo o problema di tipo estetico. Da allora sono stati fatti molti passi avanti. Infatti abbiamo fatto più di 1000 interventi. Quasi tutti con buoni risultati. Fortunatamente le complicanze sono molto poche. E direi che i pazienti sono quasi tutti contenti”.
Avete raggiunto grandi obiettivi e siete anche iscritti alla Sicob…
“Sì, siamo iscritti alla Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (Sicob) che è quella che ci rappresenta. Esiste un registro nazionale dove vengono inseriti tutti i pazienti. In questo registro sono inseriti non solo gli interventi ma anche il ‘segui cura’ che viene fatto negli anni successi all’intervento. E grazie al numero degli interventi e a questo registro di ‘segui cura’ siamo stati insigniti di ‘centro di eccellenza’ da 3 anni.
Sono più le donne o gli uomini che si rivolgono a voi?
“Nella nostra esperienza sono quasi tutte donne. Su circa 1000 interventi, 800 sono donne e 200 sono uomini.
Qual è stato il risultato particolare che avete ottenuto?
“Inizialmente siamo partiti con pesi ‘soft’, cioè con un limite. Ultimamente i pesi dei pazienti sono aumentati. Il peso però incide poco. Quello che fa fede è l’indice di massa corporea. Se una persona è alta due metri ha un impatto diverso sul peso di una alta un metro e mezzo.
Qual è il percorso bariatrico?
“Molto spesso i pazienti vengono per fare una visita bariatrica con i problemi di peso, di sovrappeso. Il primo approccio è valutare se la persona è negli indici indicati dal sistema sanitario nazionale perché la chirurgia bariatrica è rivolta alle obesità importanti. Quindi si misura peso e altezza e si calcola l’indice di massa corporea. Se è superiore a 40 o 35, con altre malattie presenti, derivate dall’obesità, come ipertensione, diabete, il paziente viene ‘arruolato’. E comincia un percorso di preparazione e di studio, che è piuttosto lungo, e richiede l’intervento di diversi professionisti”.
Qual è il primo step?
“Essere visto da un nutrizionista che da qualche indicazione su come mangiare e si tenta un approccio dietetico. Anche se, di solito, sono pazienti che hanno provato tante diete. Il secondo passo è la visita con la psicologa che è fondamentale affinchè non ci siano difetti nel comportamento alimentare. Cioè disturbi che partono dalla testa più che dal fisico, e che quindi, semi sconosciuti, potrebbero peggiorare il risultato della chirurgia o creare complicazioni”.
Poi ci sono altre tappe?
“Sì, obbligatorie. La gastroscopia, la visita per misurare che ci sono apnee notturne che richiedono strumenti per migliorare l’ossigenazione del sangue. Poi visite dall’internista, dal cardiologo, dal diabetologo, a seconda della necessità”.
L’ultimo step, qual è?
“E’ stabilire l’intervento più adatto al paziente. Non esiste l’intervento ideale. Ma l’intervento più indicato per quel paziente in base al suo peso, alla sua storia clinica, e alle sue malattie presenti. Si fa quindi un colloquio con il paziente dove viene spiegato il tipo di intervento proposto e se lo accetta si procede all’intervento vero e proprio”.
Che tempi ci sono?
“Un po’ lunghi. La prima fase di preparazione richiede qualche mese. Ovviamente, dovendo coinvolgere diversi professionisti e diversi esami strumentali, come la polisonografia, la gastroscopia, occorre tempo. Poi, in base alle prenotazioni, si viene inseriti in una lista di attesa. Attualmente, dal primo colloquio, l’intervento viene fatto dopo circa otto mesi di distanza”.
La vostra soddisfazione più grande?
“Vedere gente che non prende più la pillola per il diabete, i farmaci per l’ipertensione, quindi, oltre a sentirsi meglio dal punto di vista fisico, c’è un effetto sulla salute importante”.
Da quanti anni lavora alla casa di cura Madonna della Salute di Porto Viro?
“Da 24 anni. Sono arrivato come aiuto primario. Dopo che sono cambiati tre o quattro primari, la direzione ha deciso di conferirmi l’incarico e dal 2007 sono il responsabile della struttura”.
La casa di cura Madonna della Salute si sta allargando…
“Sì, c’è in costruzione tutto il blocco nuovo. Nell’arco di un paio di anni dovremo riuscire a trasferirci in questa struttura che è moderna e dovrebbe permettere a noi di lavorare meglio con sale operatorie rinnovate. A breve dobbiamo vedere anche il robot, perché la casa di cura ha intenzione di acquisire anche questa tecnologia”.
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