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IL CASO

Ritmica della bufera: "Allenamenti durissimi e umiliazioni"

Il padre di Alessia Maurelli: “Aspettiamo le verifiche, ma si tratta di uno sport duro come altri”

Ritmica della bufera: "Allenamenti durissimi e umiliazioni"

Il padre di Alessia Maurelli: “Aspettiamo le verifiche, ma si tratta di uno sport duro come altri”

La dura vita delle atlete obbligate a rispettare limiti di peso e di forma fisica. Quello che succede in diverse disciplina e sportive ma che nella ginnastica è regola ferrea, altrimenti si può pensare ad altro. Eppure è su questi cardini che ruota la bufera che si è abbattuta sulla nazionale italiana di ginnastica ritmica, il team delle farfalle da anni ai livelli assoluti mondiali della disciplina, portatrici di allori mondiali e di una prestigiosa e storica medaglia olimpica.

Ma da giorni quel che avviene nelle sessioni di allenamento del team è squassato dalle polemiche e dalle segnalazioni di due ex azzurre: Nina Corradini, che però non è mai stata nella prima squadra, e Anna Basta. Hanno raccontato di essere state sottoposte a dure sessioni di allenamento, dure regole alimentari, pressioni psicologiche per rispettare i programmi, i limiti del peso, la dieta e umiliazioni varie. Tanto che una di esse ha anche ammesso di aver pensato al suicidio.

Nel Dream team delle farfalle azzurre c’è anche la polesana Alessia Maurelli, capitano di tante battaglie, medagliata alle Olimpiadi di Tokyo e più volte sul podio mondiale. Di Occhiobello e con un sorriso solare che davvero sembrerebbe contrastare con l’ambiente da dura caserma, quasi da addestramento dei Marines, descritto dalle due ex farfalle. Come tutto il gruppo azzurro Alessia Maurelli non può rilasciare dichiarazioni, essendo stata avviata un’indagine della federazione ginnastica, e probabilmente anche della Procura federale.

Consegna, o meglio consiglio, del silenzio anche per i familiari delle atlete azzurre. Il padre stesso di Alessia, Eugenio Maurelli spiega che “non posso dire niente anche perché è in corso una verifica sulle segnalazioni. Non abbiamo elementi per esprimerci”.

Allargando il ragionamento in via generale però sostiene che “quello della ginnastica ritmica è uno sport duro, come lo sono tante altre discipline sportive. Uno sport che prevede limiti di peso e allenamenti costanti. Le atlete lo sanno. Come in altre disciplina ci sono sessioni di allenamento dure, che però temprano la persona, la portano ad essere in grado di esibirsi in tutte le palestre del mondo sotto lo sguardo di severe giurie. Si tratta di impegno fisico e psicologico, e come in tutti i campi, non tutti sono in grado di sostenerlo a lungo. Certo senza mai superare certi limiti, ma quello che si sente in questi giorni mi sembra davvero esagerato".

"Le atlete possono avere giornate storte e giornate positive, forse alcune prove assomigliano ad un addestramento di tipo militare, dico così in via generica, ma si sta parlando di sport ai massimi livelli, dove eccellono poche persone a livello mondiale. Ed è normale che più si alza il livello, più sale la pressione. Ma questo in ogni settore sportivo”.

Concetti che possono essere allargati a tante altre discipline dove il minimo errore può compromettere mesi e mesi di allenamento (lo sci), dove la perfezione del fisico è quasi maniacale (ciclismo, boxe, arti marziali) e dove tecnici, allenatori, preparatori atletici spesso assomigliano a sergenti dei Marines (senza arrivare all’istruttore del film Full Metal Jacket ovviamente), dal calcio al tennis, dal nuoto al football americano. Insomma chi fa sport ai massimi livelli sa anche a cosa va incontro. Ma pur sempre entro certi confini. “Certo tutto è migliorabile - osserva ancora Eugenio Maurelli - e non esistono mondi perfetti, anche nei vari sport. Però prima di credere a certe cose dobbiamo tutti aspettare, e capire”.

E d’altra parte lo sport, anche quello recente, è pieno di episodi in cui mente e fisico rischiano di andare in contrasto: ricordiamo tutti il blocco psicologico che ha frenato una delle più grandi ginnaste di tutti i tempi, l’americana Simone Biles, che alle Olimpiadi di Tokyo ha rischiato un tilt prolungato. E poi le crisi di ansia di Federica Pellegrini, quelle di Musetti, i problemi della tennista Naomi Osaka. Casi tutti differenti gli uni dagli altri. Per questo prima di esprimere giudizi si quanto avvenuto nel team della ginnastica ritmica occorre attendere le verifiche in corso.

La federazione La Federginnastica ha fatto sapere che non tollera abusi. In un comunicato ha spiegato che “è sempre al fianco di tutti i propri tesserati. Lo sport, con la ginnastica in primis, è rispetto della persona, celebrazione del talento e del benessere. Sono state date disposizioni perché siano immediatamente informati la Procura federale e il Safeguarding Officer per gli accertamenti e le azioni di rispettiva competenza. Su questi profili la Federazione è impegnata a migliorare sia l’informazione che la prevenzione. Pochi mesi fa è iniziato un progetto pilota e istituito il Safeguarding Officer, organo nuovo, con competenze specifiche, psicologiche e legali che, insieme alla Procura Federale, ha un approccio a tutto tondo. Per questo motivo si invitano tutte le ginnaste e i ginnasti, i tecnici e i dirigenti a farsi avanti e chiunque abbia informazioni contatti la Fgi”.

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