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VENETO

Non si trovano infermieri, assunzioni dall'estero, in massa

In provincia di Padova, un lavoratore su cinque nelle strutture per anziani proviene dal Sudamerica

Venti infermieri no-vax diffidano l'Ordine

Non mancano solo medici, in maniera drammatica, alla sanità veneta. Mancano infermieri, in modo altrettanto massiccio, tanto che in numerose realtà, come le Rsa e le case di riposo, si sta ricorrendo ad assunzioni dall'estero, in particolare dal Sud America. Tanto che, riferisce, il quotidiano Il Mattino di Padova, in provincia di Padova un quinto degli infermieri delle strutture per anziani proviene proprio da questo continente.

A fronte di poco più di duemila infermieri italiani, nelle Rsa del Veneto lavorano già quasi 500 colleghi stranieri. E meno male, visto che senza di loro, molte case di riposo avrebbero già dovuto ridurre i servizi e tagliare i posti letto.

L’apertura agli operatori sanitari stranieri, con la deroga prevista per il titolo non riconosciuto, non è stata solo una scelta utile per far fronte al sovraccarico di lavoro determinato dalla pandemia di Covid ma anche da una popolazione sempre più vecchia che sempre più richiede i servizi di assistenza. Si è trattato, di fatto, di una scelta indispensabile per poter continuare a garantire l’attività, stante la grave e “inguaribile” carenza di infermieri. Questa la convinzione di Roberto Volpe, presidente regionale di Uripa (Unione regionale Istituti per anziani).

"La presenza degli infermieri stranieri è determinante, senza avremmo già dovuto chiudere un terzo dei posti letto nelle case di riposo del Veneto - sottolinea Volpe - il loro contributo negli organici delle Rsa è fondamentale, se non ci fossero non saremmo in grado di garantire i servizi. Ci sono strutture che se non avessero questi operatori avrebbero dovuto dimezzare i posti letto".

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