VOCE
AVVOCATURA ROVIGO
05.11.2022 - 20:30
Dubbi, curiosità e perplessità per i professionisti del settore giustizia, è quanto emerge dall'assemblea degli avvocati triveneti, ieri a palazzo Roncale. Tra i temi il numero sempre più alto di avvocati che si cancellano dall'albo, l'importanza dei fondi del Pnrr ma anche riforme e criticità riscontate, tra cui la riforma Cartabia, quella del processo civile, del deposito telematico, quella della previdenza forense e altro ancora.
“La situazione del rodigino non è dissimile dalle altre - spiega Enrico Ubertone presidente dell'Unione triveneta - subiamo gli effetti di diversi elementi di crisi. Registriamo un calo degli iscritti, anche se nella media di altre realtà, al 31 dicembre erano 499 a oggi 494. Un calo sotto i 500 che influisce, tra le cose, anche sul numero dei futuri consiglieri dell'ordine”.
Durante il confronto si è anche parlato delle sedi degli uffici giudiziari. “Attualmente viviamo una situazione disagiata - ha proseguito - con un edificio vetusto che presenta problemi architettonici e di spazi. La situazione si è aggravata con la ridefinizione della geografia giudiziaria, con l'acquisizione di territori nel padovano, come Este e Montagnana. La scelta naturale per la sua espansione era l’area circondariale, ma non è stato possibile e si poneva il problema di trovare una sede adeguata, utile e funzionale per chi viene da fuori ma che mantenesse il centro d’interesse in città. La soluzione, al momento allo studio del demanio, è l’area della ex questura che consente di accorpare uffici giudiziari, penali e della procura”.
Secondo Ubertone la città patisce anche il fatto di essere una sede di passaggio dove i magistrati di prima nomina arrivano e poi chiedono il trasferimento. “Anche il personale amministrativo è pesantemente sotto organico - prosegue - con appuntamenti in tempi lunghissimi e tutto ciò che ne può derivare”. Ed è proprio in questo quadro che si inserisce la prospettiva dei fondi del Pnrr. “Ad un settore che rappresenta il 2% del Pil” specifica Alessandra Stella, presidente dell'Unione triveneta. Molte le riforme su cui gli avvocati sono intervenuti.
“Numerose le difficoltà legate alle riforme dell'ordinamento giudiziario su cui aleggiano perplessità - continua l'avvocato Maschio - fino alla mancata definizione delle commissioni. La sensazione è che si siano fatte riforme a tutti costi, con compromessi che non hanno accontentato nè gli avvocati nè i cittadini, per rispondere alle condizioni date dall’Unione Europea che le poneva come obiettivo per accedere ai fondi. Fare riforme per accedere a risorse significava fare migliori riforme possibili ed il Pnrr è stato scritto prima della pandemia e del cambiamento radicale delle condizioni dovuto alla guerra. È fondamentale una riflessione sulle prospettive del Pnrr e altre opportunità finanziare”. Ma anche riforme che guardino al professionista tutelandolo. “Una giustizia giusta - afferma Stella - perché un avvocato equamente ricompensato potrà evitare la corsa al ribasso e dare una prestazione all'altezza”.
A chiudere Andrea Ostellari, sottosegretario al ministero della Giustizia: “Il tema è stato affrontato con diverse riforme - ha concluso - Il lavoro da fare non è semplice, la giustizia ed il ministero sono macchine complesse. C'è la volontà di cambiare le cose. Serve una linea che garantisca la fase del processo ma anche dell'esecuzione della pena, che riporti la funzione educativa della sanzione. Serve una visione complessiva della sua funzione ed eseguibilità delle sentenza. Infine vorrei che la giustizia fosse vista diversamente da una semplice spesa, bensì come un investimento. Sono necessari aiuti alle imprese che si traducono in evitare anche la burocrazia. Togliere burocrazia, togliere la paura della firma, significa liberare il paese”.
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