VOCE
ESTRAZIONI IN ALTO ADRIATICO
07.11.2022 - 08:22
Bartolomeo Amidei
I sindaci del delta non ci stanno e sono pronti a nuovi ricorsi per fermare il rischio di nuove estrazioni del gas a poche miglia dal Polesine. La normativa illustrata pochi giorni fa dal governo Meloni dice che la possibilità di estrarre gas dall’Adriatico è ammessa anche di fronte al Po di Goro, a rigore di cartina geografica non in Polesine, quindi, ma davvero a una manciata di miglia dalle coste polesane. Ed è bastato questa eventualità per sollevare l’opposizione degli enti locali bassopolesani.
Il ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso ha spiegato che l’autorizzazione alle estrazioni sarà data solo dopo rassicurazioni scientifiche sulla non sussistenza del pericolo subsidenza. E tutta via lo sbarramento del delta è netto. Sabato era stato Pizzoli, sindaco di Porto Tolle, a dire un deciso no a nuove trivellazioni. Ora sono i primi cittadini di Loreo e Rosolina ad unirsi all’esigenza di preservare il territorio da ogni rischio.
Moreno Gasparini, sindaco di Loreo e presidente del Parco del Delta, non ha dubbi: “Noi eravamo contrari al nuove estrazioni e lo siamo ancora adesso. Abbiamo già avanzato un ricorso contro l’ipotesi di estrazioni dai nostri fiondali. Se dovesse servire ne faremo altri. Certo la prima cosa sarà la ricerca del dialogo per spiegare a ministri e tecnici che il nostro territorio ha già sopportato sacrifici per la subsidenza. E’ strano che ancora una volta questa opportunità venga ammessa, almeno in via teorica, perché la storia della subsidenza del Polesine la conoscono tutti. E poi, anche ragionando in termini puramente economici, che senso ha estrarre alcuni miliardi di metri cubi di gas per poi spendere altrettante risorse per salvaguardare il territorio da subsidenza, risalita del cuneo marino, difesa dei terreni?”
Oggi i sindaci del Basso Polesine si ritroveranno per una riunione convocata da tempo, ma sarà anche l’occasione per fare il punto della situazione su questa nuova minaccia per il territorio. Anche Michele Grossato, sindaco di Rosolina, non ammette concessioni ai rischi: “Il nostro è un territorio fragile, lo sappiamo dalla storia recente e meno recente. Non possiamo sottoporlo a nuovi pericoli, che per quel che riguarda la subsidenza sono delle certezze. Con il governo cercheremo il dialogo per far capire che il Polesine non può correre nuovi rischi. Ma se serve non esiteremo a percorrere la via dei ricorsi, come abbiamo già fatto”.
E ancora: “Ammetto il ragionamento e la discussione sull’ipotesi del parco eolico, può comportare ricadute positive, ma può avere conseguenze negative sulla pesca. In ogni caso il confronto ci sta e siamo pronti a valutare. Sulle trivellazioni, invece, la contrarietà è netta. Ed anche le ipotesi di trivellazioni con successivo inserimento di acqua nelle cavità createsi convincono poco se fatte in riferimento al nostro territorio”.
Una posizione chiara ce l’ha anche Bartolomeo Amidei, senatore di Fdi e politicamente vicino al ministro Urso: “Ci siamo già parlati e lo faremo ancora. Cercherò di far capire che le estrazioni di gas vicino al Polesine sono troppo pericolose. Capisco benissimo la necessità di aumentare l’approvvigionamento energetico su scala nazionale, la situazione geopolitica lo richiede. Però il Polesine merita dei distinguo. La storia del nostro territorio ce lo insegna, nei decenni passati ha pagato un alto tributo alla subsidenza. Non potrà correre ancora questi pericoli. le estrazioni di nuovo gas sono condivisibili, ma a sud da territori così fragili. Mi impegno a far sì che questa posizione sia recepita e condivisa a livello di ministero e di governo”.
Ed anche Italia Nostra, sezione di Rovigo, dice no “a queste perforazioni che faranno sprofondare la nostra terra”.
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