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LENDINARA

Il mistero invade il Pilastrello

La rassegna partirà domani alle 18.30 con l’iniziativa Beata Vergine-Prodigio dell’acqua”

Il mistero invade il Pilastrello

Piogge incantate, fonti miracolose, enigmatiche anguane, mostri marini... sono questi solo alcuni dei protagonisti delle storie, vere o fantastiche, che danno vita al calendario di “Veneto: Spettacoli di Mistero”, il festival promosso da Regione del Veneto, e realizzato grazie alla collaborazione delle Pro Loco del Veneto, che celebra i racconti più occulti della regione e i territori in cui hanno avuto origine.

Eventi che mettono in scena le tradizioni locali, storie in cui si mescolano realtà e immaginazione tramandate di generazione in generazione fino a divenire un patrimonio culturale da preservare.

Oltre un centinaio gli eventi in programma per il 2022, tutti legati all’elemento acqua, tema portante di questa edizione, che proseguiranno in tutta la regione fino a fine novembre. Si comincerà domani, alle 18.30, dalla Basilica Santuario Beata Vergine del Pilastrello di Lendinara con l’evento “Beata Vergine del Pilastrello- Prodigio dell’acqua”, visita guidata a cura dei Monaci Olivetani che condurranno gli ospiti alla scoperta della cappella della Fonte Miracolosa, accompagnati dal magico suono dell’hangdrum di Andrea Fregnan.

L’evento rievocherà la Lendinara del 1576 quando, durante i lavori di restauro del capitello dove era collocata la già venerata statuetta della Madonna con il Bambino, ogni volta che i muratori attingevano l’acqua da una fonte vicina per stemperare la calce, essa da trasparente e limpida diventava rosso sangue. In seguito a numerose guarigioni miracolose dovute all’acqua sgorgante dalla Fonte, il Consiglio cittadino chiese al Vescovo di costruire in quel luogo un tempio come segno tangibile di ringraziamento per le grazie ricevute. Il 26 Agosto dell’anno seguente fu posata la prima pietra del Santuario.

Per informazioni: partecipazione su prenotazione a prolocomedioaltopol@libero.it - 339 6721860.

Il secondo appuntamento, poi sarà, sabato 12 novembre, alle 17 e alle 20.30, al Museo Archeologico Nazionale di Adria si potrà prendere parte alla visita guidata “Uomini, terra e acque”, che accompagnerà i visitatori alla scoperta dei misteri e degli enigmi legati al ritrovamento della necropoli del Canalbianco. Adria venne infatti fondata all’interno del bacino fluviale Po-Tartaro e, grazie alla posizione strategica, diventò sede di un rilevante emporio commerciale, il più importante dell’Adriatico settentrionale. Saranno gli Etruschi a risolvere la questione del delicato equilibrio fra terra e acqua del territorio e, da allora, continua la lotta fra uomo, terra e acqua.

Nel 1600 si rese necessaria un’opera idraulica davvero colossale che non ha solo deviato il corso del Po, ma ha creato un nuovo territorio, il Delta moderno, modificandone la struttura e creando le premesse per la sua antropizzazione. Quest’opera fu il taglio di Porto Viro. A perorare la causa del taglio di Porto Viro presso il Senato della Serenissima fu l’adriese Luigi Groto, detto il Cieco d’Adria. Successivamente le opere di prosciugamento più importanti avvennero nel XIX secolo con l’introduzione delle macchine idrovore, come ricorda quella dismessa di Campagna Vecchia che ora ospita un Museo denominato Septem Maria Museum.

Altri interventi idraulici si sono resi necessari per garantire l’equilibrio del territorio come lo scavo di un canale a sud di Adria alla fine degli anni ’30 al fine di scaricare fuori dal centro abitato la portata maggiore del Canalbianco. In quest’occasione vi fu il ritrovamento di una vasta necropoli che si estendeva al di là dei confini meridionali della città antica e condussero alla scoperta e al recupero di quasi 400 tombe di epoca etrusca e romana. Numerosi sono gli aneddoti e i misteri legati a questo rinvenimento, come nel caso della “tomba della biga” conservata al Museo Archeologico nazionale, una sepoltura che costituisce ancora oggi un vero enigma. A seguire, alle 20.30, si terrà anche la visita guidata teatralizzata del Museo Septem Maria per rivivere le storie e i racconti della bonifica. Un modo per ricordare quanto questo territorio sia fragile.

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