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71 ANNI FA, L'ALLUVIONE

"Gli occhi di chi vide la catastrofe"

Una commossa commemorazione a Occhiobello, nel punto in cui si radunarono gli sfollati

Sull’isolotto del parco della rotta, le persone che vissero la rotta del Po quel 14 novembre 1951 continuano a essere presenti ogni anno, e a commuoversi al ricordo di quanto accadde. Al cippo commemorativo, posto nel luogo dove si rifugiarono una trentina di persone con il bestiame mentre avveniva la rotta in più punti dell’argine, si sono riuniti rappresentanti dell’amministrazione comunale, associazioni, ma anche cittadini, ancora oggi testimoni di quelle tragiche giornate. Euro Simoni, ad esempio, che all’epoca aveva otto anni, ha ripercorso il terrore vissuto da un bambino: sono vive nella sua memoria le urla e la disperazione delle persone di fronte alla forza dell’acqua che trascinava via ogni cosa.

Il sindaco Coizzi, nel deporre una corona al cippo del parco della rotta nel giorno del 71esimo anniversario dell’alluvione, ha sottolineato la necessità di uno sviluppo che sia, però, in sintonia con le leggi della natura: “Abbiamo assistito alla recente alluvione nelle Marche – ha detto il sindaco –, solo una visione di progresso di pari passo con la sicurezza idraulica può mettere al riparo da disastri come quelli che noi per primi abbiamo vissuto”.

Il sindaco, inoltre, ha ricordato i soccorsi agli alluvionati da parte dei barcaioli di San Benedetto Po, Comune con cui Occhiobello ha siglato un patto di gemellaggio: “Furono pronti e solidali i barcaioli che dal Comune mantovano partirono per aiutare la nostra popolazione – ha aggiunto il sindaco - il gemellaggio che abbiamo stretto nasce da quel gesto e si concretizza, oggi, nella volontà di portare avanti progetti per i giovani e collaborazioni ad ampio raggio, dalla cultura al turismo”.

Il sindaco ha concluso la cerimonia ringraziando le associazioni di volontariato che intervengono a tutela del territorio e in azioni di solidarietà a favore di tutti i cittadini.

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