VOCE
ADRIA
17.11.2022 - 18:00
Sono molteplici i significati della recente cerimonia organizzata dall’Auser per dare una benemerenza ai propri soci, quotidianamente impegnati in opere di solidarietà. L’attestato è stato assegnato: Giovanna, Rita, Renzo, Grazia, Flavia, Michele, Eugenio, Giuliano e Trombini. I loro nomi sono come le stelle di un vessillo.
Così pure significativa e meritevole l’iniziativa di istituire il premio “il Ponte”: il primo è stato assegnato alla memoria di Aldo Guido Varolo, scomparso nell’agosto scorso fondatore e presidente dell’Auser e che tanto si è speso per l’associazione. Preziosa e toccante la testimonianza di Nicolò Brizzolari alfiere della Repubblica per il suo impegno nel volontariato e nella difesa dell’ambiente.
Quasi un passaggio di testimone: da Aldo a Nicolò passando per i 9 premiati, l’associazione è aperta ai giovani per affidare loro il patrimonio umano e morale prima ancora che sociale di tante esperienze. Infatti il volontariato si traduce in diversi servizi: dal trasporto di anziani e malati alla consegna a domicilio di spesa, medicinali e altro, all’assistenza di tante altre necessità quotidiane.
Tuttavia il valore autentico della solidarietà è nel regalare un sorriso, una parola, nel fermarsi qualche minuto, nel non mettere fretta, nel diventare un fidato confidente per tantissime persone sole, spesso bloccate in casa per problemi di salute o per difficoltà motorie. Il volontario diventa la persona amica quando familiari e parenti per motivi diversi non possono prendersene cura.
Tematiche e problematiche sviluppate da Corrado Franzoso, presidente del circolo Auser Delta Adria, nella sua breve relazione, presentando il premio e l’attività dell’associazione.
“La nostra - ha esordito - è una comunità ricca di un associazionismo vero, sincero, generoso, spontaneo. Un associazionismo di cui andare fieri. Una ricchezza solidale, sociale, civica al servizio della nostra comunità. Allora penso sia giusto guardare con orgoglio, con speranza e ottimismo a queste associazioni che nulla o molto poco hanno da chiedere e sempre molto da dare”.
E ancora: “Sono impegnate tutti i giorni in favore delle persone in svariati modi e nelle più belle e utili iniziative. Eppure solo poche volte ci soffermiamo sui volontari che operano in esse. Loro stessi, quasi esclusivamente protesi agli scopi associativi, spesso chiedono di essere invisibili e ti senti rispondere: lo faccio perché mi sento bene, mi da soddisfazione, voglio solo aiutare le persone e basta. Mi è successo - confessa Corrado - di emozionarmi e di riflettere pensando a queste persone, di grande altruismo, leggendo un dialogo di una pagina del libro di Italo Calvino: ‘Le città invisibili’".
"Quel dialogo, quelle parole alle quali nel passato non avevo dato il significato che meritavano e che invece ora da volontario e presidente Auser, nella difficile impresa di riprendere dopo il Covid, di ritrovare la voglia di fare lasciando da parte paura, tristezza, preoccupazioni e arrendevolezza. Ho conosciuto il valore di queste persone che con la solidarietà hanno saputo dare nuova linfa alla nostra associazione. Hanno saputo restaurare e rendere più forte quel ‘Ponte’ fatto di solidarietà tra e con le persone, così duramente messo alla prova dalla pandemia”.
Il dialogo a cui si riferisce Franzoso è quello tra Marco Polo e Kublai Kan. Riflettono sul ponte: il condottiero mongolo vuol sapere quale sia la pietra più importante che sostiene il ponte. Il grande veneziano spiega che ogni pietra è fondamentale perché funzionale all’arco. Allora Kan chiede di avere l’arco, ma Marco Polo gli spiega che senza pietre non si fa l’arco. “Metafora efficace per illustrare la rete di solidarietà del volontariato” conclude Franzoso.
Una metafora che bene spiega anche il ruolo della consulta del volontariato, praticamente sparita negli ultimi tempi, anzi è andata via via spegnendosi da quando il testimone è passato da Roberta Paesante a Mattia Spinello, poco dopo che la civica compagnia è sbarcata a palazzo Tassoni.
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