Cerca

VENETO

Emanuele muore in moto ad appena 18 anni

Era innamorato del calcio

Emanuele muore in moto ad appena 18 anni

Emanuele Piccolo aveva solo 18 anni, frequentava l’Iis Levi Ponti di Mirano (Venezia) e amava tantissimo giocare a calcio. E' morto in un incidente a Camposanpiero, nel Padovano. Secondo una prima ricostruzione effettuata dagli agenti della Polizia locale della Federazione del Camposampierese il ragazzo stava transitando in sella ad una Kawasaki quando ad un tratto ha perso il controllo del mezzo finendo fuori strada. Nello schianto ha riportato lesioni serie. Sul posto si sono subito portati i sanitari del Suem 118 e l'elisoccorso. Per interminabili minuti il giovane è stato rianimato, ma alla fine i medici non hanno potuto far altro che constatarne l'avvenuto decesso.

Gli amici lo descrivono come un ragazzo estremamente attento alla guida, per nulla spericolato. "Per come lo conosco era sempre molto scrupoloso - dice Alessandro, al quotidiano Il Mattino di Padova - soprattutto quando passava di qua stava sempre attento perché c’è un dislivello. Non so cosa sia successo, so che ho perso un amico. Sono due anni più grande di Emanuele ma ci accomunava la passione per le moto. Volevamo organizzarci per andare via insieme questa estate".

"Per questo avevo deciso di riprendermi una moto dopo che avevo smesso per un brutto incidente che ho avuto in primavera. Avevo detto basta, ma poi con Emanuele pensavamo di farci dei giri la prossima estate. Quando ho sentito dell’incidente mi sono detto: spero non sia lui. La sua morte mi ha fatto prendere una decisione: mai più moto, non la voglio più".

Da poco più di un anno Emanuele Piccolo aveva sostituito la sua vecchia moto con una Kawasaki Z900. In realtà era stato il papà a comprare due nuove moto, una per lui e una per il figlio, sostituendo così le due vecchie che avevano. "Appena aveva preso la patente adatta, il papà gli aveva regalato un mezzo nuovo. Ne aveva preso due, una per lui e una per Emanuele", racconta Andrea Carraro, un suo grande amico e coetaneo.

"Emanuele lo conoscevo bene, siamo andati insieme dall’asilo alle scuole medie, poi siamo andati entrambi alle superiori a Mirano, però in due istituti diversi. Per tornare a casa prendevamo il bus, ci trovavamo tutti i giorni alla stazione delle corriere di Mirano. Aveva tantissimi amici, Emanuele lo conoscevano tutti, a Murelle come a Caselle e a Mirano. Quando mia mamma mi ha detto che c’era un ragazzo morto dentro al fosso sono andato a vedere e quando ho visto la moto rossa ho capito subito che era lui. Ora sto troppo male e penso al suo papà Nicola, era l’unica persona che aveva".

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400