Il Pd è al bivio, dentro o fuori

Il Pd al bivio, anche se per qualcuno quel bivio è già stato superato. Questa sera, lunedì 21 novembre, si riunisce la direzione comunale del partito che dovrà valutare la relazione del segretario comunale Giacomo Prandini, e prendere una decisione di linea politica per quel che riguarda i rapporti con la giunta e con il sindaco Edoardo Gaffeo. In ballo c’è la permanenza organica nella maggioranza (Dentro o fuori). In ballo c’è anche il futuro della stessa amministrazione Gaffeo e la possibilità di un suo mandato bis con l’attuale perimetro di alleanza.

Alla riunione di maggioranza di giovedì scorso, infatti, la proposta di un sostegno ad un Gaffeo bis è stata messa da parte, per non dire bocciata, in attesa del pronunciamento di questa sera. Che potrebbe anche prendere tempo in vista dei futuri assetti che il Pd, nazionale e provinciale, potrebbe prendere dopo il congresso. Di sicuro i dem sembrano aver percorso la strada che porta verso un appoggio esterno alla giunta, il che significa contrattare di volta in volta il sostegno alla linea del sindaco. Il che significa per l’esecutivo doversi guadagnare volta per volta l’appoggio necessario a governare. Mentre per il Pd significherebbe ottenere quella condivisione che in questi mesi, anzi anni, ritiene di non aver ottenuto dal primo cittadino. Ed è per questo che in casa dem si sussurra che l’uscita dalla maggioranza, col successivo appoggio esterno, sarebbe solo la constatazione di una realtà di fatto. Lo stesso capogruppo Chendi l’altro giorno ha sottolineato che “l’appoggio esterno è quello che abbiamo dato fino ad ora, visto che non siamo coinvolto nelle decisioni”.

Ed ecco allora che quanto successo al consiglio comunale di mercoledì scorso, con il sindaco costretto a ritirare la delibera sul ticket per la Rotonda, potrebbe essere il film in programma prossimamente sugli schermi di palazzo Nodari. Mezzo Pd era pronto a votare contro, l’altro metà chiedeva di scrivere meglio la delibera, e così la linea dem è stata recepita “obtorto collo” dal sindaco, che però ha precisato che la vision politica della tariffazione per la Rotonda non cambierà. Insomma se uno promette fuoco e fiamme, l’altro ribadisce che non intende farsi bruciare. Un dialogo fra due parti che parlano linguaggi diversi. Ed anche il rimpasto di giunta a questo punto potrebbe essere un mero esercizio di politica. Come fare dopo per non farlo sembrare una vittoria o una sconfitta delle due parti contrapposte?

Certo questa sera potrebbe anche non uscire una posizione ‘di qua o di là? Ma una posizione atta a prendere tempo, magari rimandando tutto alla fine dell’anno, alla manovra di bilancio o al congresso del Pd, moltiplicando nel frattempo l’effetto logoramento, con il rischio di trappoloni da una parte e dall’altra.

E proprio per non rimanere invischiati in guerriglia di palazzo la lista Menon, invitata al vertice di maggioranza di giovedì, si è chiamata fuori dalla maggioranza. Ma invitata da chi poi? Pare che da una parte giunta e sindaco, e dall’altra esponenti dem, avessero lavorato per allargare ai Menon la discussione sul bilancio, forse per potenziare le rispettive posizioni. Che essendo contrapposte sono state entrambe respinte, almeno per ora, dai consiglieri della lista civica. Oggi quindi una serata da svolta per il Pd che si appresta a dare il via alla campagna congressuale. Nelle prossime settimane si partirà con i congressi di circolo, a seguire quello provinciale in vista del nazionale. Stefano Bonaccini ha annunciato la sua candidatura a segretario nazionale, e da Rovigo è arrivato l’appoggio di Dino Vanzan, ma la corsa deve ancora cominciare.