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ESTRAZIONI IN ALTO ADRIATICO

“Uno schiaffo al nostro Delta”

Anche da Trecenta arriva la solidarietà al Bassopolesine

“Uno schiaffo al nostro Delta”

“Ci sono tutti i presupposti comportamentali per dire che il governo di centrodestra voglia procedere a testa bassa, senza minimamente tenere in considerazione gli allarmi del territorio e anche il fronte degli esperti che denunciano i concreti rischi della subsidenza derivanti dalle attività di trivellazione”.

L’attacco all’esecutivo, per quanto concerna la politica energetica sulle estrazioni in Alto Adriatico, arriva da Gilberto Bianchini, esponente del Partito democratico di Trecenta, che non per la prima volta interviene a tutela del Delta, a fronte della possibile ripresa dell’attività estrattiva.

“Qui in Veneto e in particolare in Polesine - prosegue la comunicazione di Bianchini - i problemi connessi alle trivellazioni sono concreti e non frutto di opposizioni preconcette. Il Partito Democratico attraverso il Segretario Regionale senatore Andrea Martella sostiene che ‘I pesanti e irreversibili danni ambientali non possono essere la contropartita accettabile per risolvere i problemi di approvvigionamento energetico. Siamo di fronte ad uno schiaffo nei confronti del Veneto ed in particolare del Polesine che è inaccettabile per il loro territorio, per i cittadini e per il loro tessuto economico”.

“Per questo il Partito Democratico del Veneto - prosegue ancora Bianchini - attiverà un tavolo di ascolto con le categorie produttive, gli amministratori del Polesine nonché con autorevoli esponenti del mondo accademico, scientifico ed economico, degli ordini, per affrontare i problemi dell’estrazione di idrocarburi e delle conseguenze ambientali e sociali sul territorio”.

“La ripresa delle estrazioni annunciata dal governo, soprattutto nel Delta del Po, per estrarre un miliardo di metri cubi anno a fronte di un fabbisogno annuale di 70 miliardi circa, rischia di avere un forte impatto sull’eco-sistema ma anche su altri settori economici, come ad esempio quello agricolo già messo in ginocchio dalla siccità, della pesca e del turismo - dice ancora Bianchini, nel proprio intervento - Bisogna prendere atto che il Delta del Po e tutto il Polesine sono ecosistemi delicatissimi che hanno già pagato a caro prezzo le estrazioni metanifere del passato”.

“I territori delle provincie di Rovigo e Ferrara sono stati interessati dallo sfruttamento di giacimenti metaniferi dal 1938 al 1964. L’estrazione innescò un’accelerazione, nell’abbassamento del suolo, decine di volte superiore ai livelli normali con punte massime di oltre 3 metri nel dal 1950 al 1980. E recenti rilievi effettuati dall’Università di Padova hanno evidenziato un ulteriore abbassamento di 50 centimetri nel periodo 1983 – 2008 nelle zone interne del Delta del Po. A fronte di tali criticità l’annuncio del tavolo tecnico tra Regione e Governo appare in realtà più una mossa dilatoria che una mossa per risolvere realmente e positivamente il problema”.

Infine, l’esponente del Pd di Trecenta lancia un vero e proprio appello. “Su questo delicato problema delle trivellazioni chiediamo ai cittadini di sostenerci per il bene futuro del nostro territorio e dei nostri giovani”.

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