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LA STORIA

Anita “regina” a Palazzo Madama

Un momento indimenticabile per la regista e sceneggiatrice adriese, col suo ultimo film

Anita “regina” a Palazzo Madama

La regista e sceneggiatrice baricettese Anita Gallimberti ha fatto il suo esordio nel Senato della Repubblica partecipando alla conferenza stampa organizzata dal senatore polesano Bartolomeo Amidei insieme al collega Alberto Balboni presidente della commissione affari costituzionali.

Ad accompagnare Anita Chiara Sproccati, Barbara Banin, Lorella Guarnieri, Michele Sofia e Sara Cisotto, Filippo Zucchini, Elisa Conselvan, Romana Stocco, Velia Ganzerla, alcune delle protagoniste del film “Finché il destino non ci separi” proiettato nella sala Nassiriya di Palazzo Madama. La proiezione è stata anticipata da alcuni minuti di un altro cortometraggio “L’arcobaleno delle donne” del 2013 che di fatto ha aperto la strada ad Anita e alla sua associazione culturale Batticuore, produttrice di tutti i suoi film, all’impegno sociale. Tema dell’incontro “Il coraggio delle donne” per riflettere sulle violazioni dei diritti delle donne proprio alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si celebra oggi.

“Sono molto emozionata, ma è una gran bella soddisfazione che ripaga di tante fatiche” ha esordito Gallimberti ringraziando Amidei e Balboni per l’ospitalità. Il presidente della commissione si è complimentato con la regista per aver girato un film in luoghi a lui molto cari come il Delta del Po, Adria e Loreo. Quindi si è soffermato su una frase del film che affronta la violenza sulle donne: “E’ stata colpa mia”. E ha aggiunto: “Parole purtroppo ricorrenti”.

Così ha brevemente illustrato le norme giuridiche che tutelano le donne in caso di violenze di genere, dall'obbligo di allontanamento al codice rosso ricordando il trattato di Istanbul. Presente all'evento anche lo scrittore di origini portotollese Claudio Modena che risiede da molti anni a Roma, secondo il quale “la regista ha saputo affrontare con molta delicatezza temi e pregiudizi che continuano a provocare dolore e sofferenza nella nostra società. Un lavoro suggestivo, racchiuso dentro la cornice naturalistica del paesaggio deltizio”.

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