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SOROPTIMIST

“Mi avete salvato dall'inferno dei Talebani"

Un racconto toccante e straziante di una ragazza afghana. I club polesani insieme per un progetto di grande valore

“Mi avete salvato dall'inferno dei Talebani"

Un Interclub davvero speciale, quello di mercoledì sera all’hotel Cristallo, visto che per sostenere un service dal grande valore pratico e al tempo stesso simbolico si sono riuniti, su proposta del Soroptimist International Rovigo (e della sua presidente Paola Menon), il Lions Rovigo, il Lions Contarina Delta Po e il Rotary Badia, con il contributo di Federfarma Rovigo.

Un progetto speciale, si diceva, in una serata che ha simbolicamente anticipato le iniziative della giornata contro la violenza sulle donne: “Parità di genere e contrasto alla violenza contro le donne afgane”. Un service dei club Soroptimist del Veneto che si propone di contribuire al soggiorno e al mantenimento durante le attività di studio all’Università di Padova di alcune studentesse afghane. Proprio su impulso della nuova Rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, la prima donna alla guida dell’Ateneo nella sua secolare storia, il progetto ha infatti preso vita alla fine dell’estate del 2021, dopo il ritorno dei Talebani a Kabul.

E una di queste ragazze, Sedique (il cognome così come le foto preferiamo evitarli per motivi di sicurezza personale), è stata la relatrice della serata. Arrivata in Italia da pochi mesi, ha raccontatola sua vita in Afghanistan, le violenze a cui sono sottoposte le donne nella vita quotidiana e in quella domestica, l’impossibilità di studiare... “Io sono di etnia Hazara - ha raccontato - vale a dire di un’etnia discriminata in Afghanistan, e questo per me ha rappresentato un ulteriore ostacolo. E nonostante questo, anche a fronte dei dubbi della mia famiglia, avevo deciso di trasferirmi a Kabul per studiare...”.

Una vita durissima per una donna, e perdipiù di etnia Hazara e con alle spalle una famiglia di sei persone che difficilmente poteva permettersi le spese per l’educazione di una figlia. “E poi io sono la prima figlia, mentre in Afghanistan ogni famiglia vorrebbe che il proprio primogenito fosse un maschio... Una figlia può solo sposarsi, non può studiare e una volta sposata non può più fare altro, deve solo soddisfare il marito e fare a sua volta figli. E non era quello che volevo perla mia vita...”. Una testimonianza toccante, quella di Sedique, che ha commosso tutti i presenti.

Da qui l’idea di partire, di andare all’Università per studiare diritto. “Senza il vostro aiuto - ha spiegato - mio padre non mi avrebbe permesso di partire... Il vostro aiuto mi ha salvato la vita”. E adesso per Sadique ci sono due anni di studio, il sogno nel cassetto di una laurea in Diritto internazionale. “Voi mi avete aiutato a inseguire il mio sogno. Io spero un giorno di potere fare altrettanto con altro ragazze”. C’è poco altro da aggiungere, se non una considerazione: il dramma dell’Afghanistan anche se è uscito dalla cronaca resta in tutta la sua gravità e drammaticità. Questo nonsi può e non si deve dimenticare.

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