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La "Piccola pace" che ferma la guerra

Al teatro Duomo il nuovo libro dello scrittore rodigino Mattia Signorini. “Storia di un piccolo grande gesto”.

La "Piccola pace" che ferma la guerra

Lo scrittore rodigino Mattia Signorini ha presentato l'ultimo romanzo al Duomo.

“Una piccola pace”. Non poteva scegliere titolo più attuale Mattia Signorini per il suo ultimo lavoro letterario edito da Feltrinelli. Lo scrittore rodigino ha presentato ieri pomeriggio al cinema teatro Duomo di Rovigo il suo libro, intervistato dalla giornalista Fiammetta Benetton. Una storia toccante ma davvero poco conosciuta, quella che ha deciso di raccontare Signorini che ha dovuto svolgere numerose ricerche sul campo per documentarsi prima di sentirsi pronto a scriverne. Si tratta della Tregua di Natale del 1914 fra le truppe inglesi e quelle tedesche, durante la quale i soldati lasciarono le trincee nemiche per festeggiare insieme nella terra di nessuno, riconoscendo gli uni agli altri la comune umanità.

Una piccola pace dentro l’orrore della Grande Guerra. “Il libro parla di una storia incredibile ma successa per davvero - ha raccontato l’autore davanti ad un numeroso pubblico - pochi mesi dopo lo scoppio della prima guerra mondiale gli eserciti si fermarono. Gli inglesi e i tedeschi festeggiarono insieme. In questo libro si racconta chi è stato a far fermare la guerra. Sono stati due ragazzi un inglese e un tedesco di diciannove anni senza alcun coraggio. Non sapevano nemmeno sparare e oggi ci insegnano che anche noi con dei piccoli gesti quotidiani possiamo, abbassando le armi, magari avvicinarci anche semplicemente a chi abbiamo al nostro fianco. Una piccola pace perché noi sappiamo che la guerra non si è fermata però i piccoli gesti portano sempre a grandi cose”.

Un romanzo potente e commovente, ispirato alla storia vera di due ragazzi che da soli hanno fermato la guerra. La storia di due soldati semplici, nei quali qualunque lettore è in grado di immedesimarsi con facilità, ma che con il loro gesto hanno dato vita ad un momento storico: “Al centro del racconto c’è la figura del fuciliere inglese William Turner, orfano di madre, che si è arruolato a inizio dicembre del 1914 con la convinzione che il suo servizio volontario abbia lo scopo di salvare vite, contribuendo a far cessare il conflitto entro poche settimane - ha continuato a svelare l’autore - la realtà riduce queste illusioni a brandelli, ma, pur stanco di combattere, William Turner si ostina a tenere fede al suo proposito. Sorretto da un coraggio del tutto diverso dall’eroismo, trova al fronte l’amicizia e incontra persino l’amore”.

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