VOCE
polesella
01.12.2022 - 15:00
Bella e partecipata la serata di venerdì sera 25 novembre a Polesella, organizzata dall’associazione “Polesella cultura e territorio”, e nel corso della quale il tanto pubblico presente in Sala Agostiniani ha potuto apprezzare la relazione congiunta di Giorgio Demetri e Filomena Quaranta sui sindaci di Polesella dal 1866 al 1926.
In apertura il presidente dell’associazione Daniele Milan ha voluto presentare la serata chiedendo altresì un minuto di silenzio in ricordo della giornata internazionale contro la violenza sulla donna. Il sindaco Leonardo Raito ha, invece, ringraziato le associazioni del paese per il grande lavoro culturale, di memoria e di ricerca svolto negli ultimi anni e ha ricordato anche il ruolo centrale dell’amministrazione nella ricerca e nel reperimento di fondi e contributi che hanno consentito la realizzazione di moltissimi progetti importanti.
La parola è passata poi ai due conferenzieri che, per quasi due ore, hanno intrattenuto una platea attenta e affascinata dalle storie dei primi cittadini della comunità rivierasca. I relatori hanno spiegato le leggi elettorali del tempo e le trasformazioni delle stesse, evidenziando come il consiglio comunale, fino agli anni novanta dell’ottocento, fosse eletto da una piccolissima fetta di cittadini maschi residenti, che dovevano possedere caratteristiche di istruzione e censuarie minime. Nella stessa cerchia di persone venivano scelte le persone che componevano il consiglio, e tra le stesse era il Prefetto a nominare il sindaco.
Sono così comparsi i nomi di Sinforiano Selmi, Claudio Armellini, di Giuseppe Zamboni, tutti provenienti da famiglie di possidenti e poi di Domenico Quaranta e Giosuè de Paoli. Per ogni sindaco, i relatori hanno evidenziato alcune delle iniziative intraprese, in una chiave di analisi storica che ha tenuto in considerazione sia i grandi eventi nazionali che le tematiche locali. L’indagine è proseguita fino alla prima guerra mondiale e a Claudio Padovani, socialista, diffidato perché si era rifiutato di esporre la bandiera italiana e poi con Romolo Chiozzi, ultimo sindaco socialista prima del fascismo che ha visto, fino all’introduzione della figura del podestà, i sindaci Francesco Astolfi e Franceschetti. L’apprezzamento del pubblico si è spinto fino ad auspicare la pubblicazione di questo bel lavoro di ricerca, con l’impegno, preso dal sindaco, di occuparsene non appena Demetri e la Quaranta avranno ultimato la stesura del testo.
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