VOCE
VILLANOVA DEL GHEBBO
09.12.2022 - 21:30
“Se faranno il forno, saremo costretti a chiudere”. Questo, in sintesi, il pensiero dei titolari delle aziende agricole che confinano con il terreno in cui, secondo il progetto, verrà realizzato il forno crematorio che tanto sta facendo discutere i residenti e gli agricoltori di Villanova del Ghebbo.
“All’interno dell’area nella quale ci è stato detto che la ricaduta di emissioni supererebbe il valore limite, vi sono ben otto aziende che producono ortaggi, frutteti e cereali - fanno sapere i titolari delle aziende agricole Nicola e Floriano Oselin e della frutticola Ottoboni Luca - abbiamo 70 ettari di terreno adibiti a frutteto all’interno del ‘famoso’ cerchio di ricaduta delle emissioni, oltre al fatto che anche immediatamente fuori vi sono campi coltivati. Oltre al fatto che a pochi metri dal forno vi è anche una abitazione dove abitano delle persone”.
Una situazione che preoccupa molto gli agricoltori e i frutticoltori della zona che vedono il loro futuro professionale particolarmente a rischio. “Oltre al fatto che i terreni hanno avuto una modifica urbanistica da agricola E2, dove avevamo anche la possibilità di costruire, a F2, dove non possiamo più fare niente e il piano regolatore è stato modificato senza avvisare gli agricoltori. Abbiamo degli impegni con le banche e i nostri terreni saranno svalutati pesantemente”, dicono gli agricoltori.
Uno degli imprenditori confinanti, in particolare, si dice molto preoccupato per quello che potrà succedere dal momento che il forno crematorio potrà andare in funzione. “Produco albicocche e lavoro con Euroengap e questo prevede limiti e valori del prodotto assolutamente vincolanti - ci racconta un produttore - sarò costretto a chiudere questo rapporto lavorativo”.
Simile la posizione di un’altra azienda con produzione di frutta, che rientra all’interno dell’area segnalata come a rischio. “Da qualche anno facciamo vendita diretta di frutta e verdura e credo che difficilmente compreranno ancora prodotti da noi, considerando che nel progetto si parla del fatto che verranno bruciate anche casse con zinco ed eventuali riesumazioni. Se verrà fatto l’impianto noi dovremmo chiudere”.
Gli agricoltori, non sono solo preoccupati per la produzione dei loro frutteti, ma anche per tutte le altre coltivazioni presenti nella zona. “Dalle foto aeree fatte per la preparazione del progetto, si vedono solo alberi, fasce tamponi e cereali. Anche se così fosse, vogliamo parlare dei valori alti di azoto che andrebbero ad influire sulle piante utilizzate per alimentazione bovina?”.
Ovviamente, la preoccupazione è anche rivolta al territorio circostante. “Dal primo gruppo abitato, il forno disterebbe poco più di 500 metri - concludono - noi non siamo contrari al forno crematorio, ma riteniamo debba essere fatto in zone che abbiano fasce tampone idonee. Non abbiamo niente nemmeno contro l’amministrazione, ma avremmo preferito essere coinvolti da subito e non venire a sapere di questo forno direttamente dai tecnici che stavano già facendo i rilievi”.
Un progetto che, senza ombra di dubbio, farà ancora parlare la cittadinanza di Villanova, divisa tra chi ritiene si tratti di una opportunità e chi, portando dati e misurazioni, si dice particolarmente preoccupato per il futuro delle proprie attività lavorative, oltre che per la salute pubblica.
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