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ADRIA

"Tari, grande occasione sprecata. Soldi pure"

Spinello: “Aiutato solo il 5% delle imprese e lo 0,5% delle famiglie. 100mila euro tornano a Roma”

"Tari, grande occasione sprecata. Soldi pure"

Al trionfalismo della vicesindaco Wilma Moda che sbandiera ai quattro il rimborso di 80mila euro di Tari, risponde il pragmatismo del capogruppo dem Sandro Gino Spinello nel segnalare che il Comune non è riuscito a utilizzare buona parte della somma messa disposizione dallo Stato. Soldi che ritorneranno a Roma.

“Credo che Wilma Moda - esordisce Spinello - non abbia molto da vantarsi sulla gestione delle agevolazioni Covid 2021 per lo sgravio della tassa rifiuti relativa al corrente anno. Sono 25 le attività non-domestiche (ovvero imprese e professionisti, ndr) che hanno chiesto e ottenuto il rimborso totale di questa tassa e non del 30% come indicato in via prioritaria dal bando. Tuttavia le attività produttive registrate ad Adria sono circa 500”.

E ancora: “La somma messa a bilancio ammontava a 111.697 euro ma sono stati liquidati complessivamente 68.219 euro, pari al 61,63% dell'importo disponibile. Rifiuto l'idea che solo il 5% delle nostre aziende fosse interessato alla sgravio”.

Analogo ragionamento per le famiglie: “Le utenze domestiche che hanno goduto degli sgravi sono state 38 su 45 domande presentate. Le famiglie adriesi sono oltre 6.500. La spesa prevista, anche qui, era di 72.133 euro ma ne sono stati erogati solo 11.788, il 16,34% di quanto era disponibile. Da segnalare che circa 40 nuclei familiari sono già esonerati dal pagamento della tassa in quanto seguiti dai servizi sociali in maniera permanente. Non credo proprio che ad Adria ci sia un numero cosi esiguo di famiglie che hanno diritto a tale sostegno: temo, purtroppo, siano molte di più”.

Prosegue Spinello: “Entrambe le somme sono state messe a disposizione dallo Stato proprio con questa specifica destinazione: aiutare cittadini e imprese a pagare la Tari. Il Comune dovrà ritornare alle casse statali la somma rimasta, che ammonta a 102.823 euro. E' chiaro che esiste sicuramente un limite comunicativo nel rapporto tra comune e cittadino. E' venuta soprattutto meno, secondo me, quella rete di interrelazione, di sinergia tra associazioni assistenziali, patronati, parrocchie, delegati frazionali, consulte e la stessa amministrazione comunale”.

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