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IL RAPPORTO INPS
15.12.2022 - 16:00
I dati dell'Inps consentono di stilare una "classifica" dei lavoratori italiani in base al reddito. L'ente previdenziale ha infatti diffuso le tabelle dell'Osservatorio sui lavoratori dipendenti e autonomi.
Il reddito medio da lavoro dei dipendenti pubblici nel 2021 è stato di 33.598 euro, quello dei dipendenti privati è stato di 22.852, quello medio dei commercianti di 20.382 e quello degli artigiani di 20.311. A dare i numeri è stato l’Inps, che
Secondo i dati dell’Inps, la categoria con il reddito medio più alto è quella degli Amministratori nella gestione separata (50.478 euro). I domestici sono quelli con il reddito medio più basso (7.424 euro), ad esclusione dei lavoratori occasionali o con voucher (1.028).
In un anno il reddito medio dei dipendenti pubblici - circa 3,45 milioni di lavoratori - è sceso di oltre mille euro: era 34.801 euro. Il reddito dei dipendenti privati è aumentato di quasi 1.500 euro: era 21.380 euro. Quello dei commercianti - quasi due milioni di lavoratori, 1.936.000 - si è ridotto di oltre 700 euro: era 21.152 euro. Per i domestici si registra un aumento del reddito medio di oltre 400 euro: era di 6.978 euro nel 2020.
I lavoratori autonomi agricoli, secondo le tabelle dell’Inps, hanno un reddito medio di 12.764 euro. Gli operai agricoli hanno un reddito nel 2021 di 8.747 euro, in aumento di oltre 700 euro rispetto ai 8.032 del 2020. Per i collaboratori della gestione separata ci sono oltre mille euro medie di aumento dei redditi, a 13.553 euro nel 2021.
L’Inps ha fatto sapere che i lavoratori censiti nel 2021 sono 25 milioni 774mila, con un aumento dello 0,5% rispetto al 2020 e dello 0,9% rispetto al 2019. L'Osservatorio è sui dipendenti e autonomi, mentre sono esclusi i professionisti iscritti alle Casse previdenziali degli ordini professionali a meno che non abbiano anche posizioni di lavoro con obbligo di contribuzione all'Inps. Il reddito medio annuo è di 23mila euro.
Il numero medio di settimane lavorate nel 2021 risulta in crescita rispetto al 2020 - 42,1 settimane contro le 40,3 del 2020 - ma è inferiore a quello del 2019 (42,9 settimane). L'andamento dell'occupazione secondo la posizione prevalente è molto diversificato, con una perdita di 35mila artigiani tra il 2019 e il 2021 (-2,3%), di 60mila commercianti (-2,5%) e di circa 7mila agricoli autonomi (-1,7%).
Nell'anno i lavoratori dipendenti del settore privato tornano a crescere dopo la contrazione del 2020 dovuta alla pandemia: sono oltre 140mila i lavoratori in più rispetto al 2019 (+0,9%). Lo stesso incremento percentuale si rileva per i dipendenti pubblici, mentre i lavoratori domestici crescono di oltre 86mila unità rispetto al 2019 (+10,9%). Prosegue, invece, il trend in diminuzione degli operai agricoli, che perdono oltre 32mila unità tra il 2019 e il 2021 (-3,5%). I parasubordinati aumentano di 74mila unità.
Nel 2021 gli uomini rappresentano il 56,4% dei lavoratori, con un numero medio di settimane lavorate pari a 43 e un reddito medio annuo di 25.958 euro. Le donne hanno lavorato in media 41,1 settimane, con un reddito medio annuo di 19.218 euro.
Nel 2021 si è registrato un incremento dei giovani fino ai 19 anni: superano quota 310mila (+0,8% rispetto al 2019, +27,2% sul 2020). Aumentano leggermente le altre classi giovanili sotto i 35 anni, mentre crescono le classi di età più anziane, in particolare dai 55 anni in su, per il generale invecchiamento della popolazione. Le classi di età centrali, tra i 35 e 49 anni, presentano trend negativi rispetto ai 2 anni precedenti. Gli over 64, in forte crescita tra 2019 e 2020 (+27,8%) per effetto del bonus baby-sitting, diminuiscono tra il 2020 e il 2021 del 15,1%.
Riguardo alla distribuzione territoriale dei lavoratori, nel 2021 il 29,2% lavora nel Nord ovest: 7,5 milioni di lavoratori. Segue il Nord Est con il 22,7% (circa 5,8 milioni di lavoratori), il Centro con il 21,1% (oltre 5,4 milioni di lavoratori), il Sud con il 18,5% (circa 4,7 milioni di lavoratori) e le Isole con l'8,4% (2,1 milioni di lavoratori).
Nel 2021 i lavoratori con cittadinanza extra Ue costituiscono il 10,1% nel complesso: erano il 9,6% nel 2020. La loro incidenza è massima tra i lavoratori domestici (50,4%) e minima tra i dipendenti pubblici (0,4%). Il 21,6% di incidenza di lavoratori extra Ue si riscontra tra gli operai agricoli, il 10,8% tra i commercianti e il 10,1% tra i dipendenti privati. Il numero medio di settimane lavorate da lavoratori extra Ue è di 38,3 contro le 42,6 dei lavoratori comunitari, mentre il reddito medio da lavoro è di 14.037 euro contro 24.030 dei comunitari.
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