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VENETO

Influenza australiana, tre bimbi in Terapia Intensiva

La situazione a Padova

Influenza australiana, tre bimbi in Terapia Intensiva

La forma influenzale di questo autunno inverno si conferma effettivamente molto aggressiva, come emerge dai dati relativi alla situazione di Padova, raccolti dal quotidiano Il Mattino di Padova. A venire colpiti in maniera particolarmente pesanti sono i bambini: se ne contano tre ricoverati in Terapia Intensiva.

I dati relativi degli accessi al Pronto soccorso dal 5 al 12 dicembre testimoniano altri 630 ingressi; l’Australiana sta raggiungendo il picco.

"Sapevamo che saremo arrivati a questi livelli, ma siamo in linea con la settimana precedente quando gli accessi sono stati 700 – commenta il direttore generale Giuseppe dal Ben – Sono soprattutto persone under 60, perché a ben guardare anziani e fragili si sono sottoposti a vaccinazione. Al momento non riscontriamo grandi criticità, stiamo affrontando al meglio i flussi. A destare invece maggiore preoccupazione sono i più piccoli, che poi oggettivamente sono coloro che non solo si ammalano di più, ma che fungono attualmente da diffusori".

Purtroppo in questi giorni il Pronto soccorso pediatrico è stato preso d’assalto e i bambini sono oggi quelli che affrontano criticità più forti: "Ne abbiamo 25 ricoverati in pediatria e tre sono terapia intensiva –sottolinea la professoressa Liviana Da Dalt, direttore del dipartimento Salute Donna e del bambino - Riscontriamo un picco davvero forte, mai stato così alto. I piccoli pazienti sono affetti da influenza e dal virus respiratorio sinciziale che nei giorni scorso ha portato molti piccini qui da noi, pazienti spesso al di sotto dell’anno, alcuni anche con la bronchiolite».

"La decisione di vaccinare i bambini è una questione di sensibilità. Ma posso anche dire che l’influenza può portare a complicazioni serie, perché il sistema immunitario dei più piccoli è ancora in divenire e non è detto che la risposta ai virus sia per così dire “leggera”. Con la vaccinazione si vedrebbero di sicuro meno accessi e meno ricoveri. Ma ripeto dobbiamo lavorare sull’informazione". 

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