VOCE
comune
18.12.2022 - 06:18
Il consiglio comunale dovrà votare la delibera salva-Iras.
La questione Iras inguaia il Natale dei consiglieri comunali di Rovigo, alle prese con una delibera che arriverà al voto al consiglio comunale di fine anno e con la probabile “bocciatura” tecnica dei dirigenti del Comune. Il vertice in prefettura di venerdì scorso, con il sindaco “costretto” dal prefetto ad accettare di portare in aula consiliare la ripresa in carico di Casa Serena, ha lasciato e sta lasciando strascichi politici sulla navigazione dell’amministrazione comunale. Perché comunque la si vuol vedere quel che avverrà nei prossimi giorni sarà cruciale.
Entro pochi giorni, forse già mercoledì prossimo, il sindaco e il commissario Iras incontreranno i responsabili della Corte dei conti per un parere preventivo sull’operazione definita venerdì scorso, ossia voto in consiglio comunale per “liberare” Iras da Casa serena e impostare il successivo pagamento dei 3,2 milioni di euro per risanare le casse di Iras, a titolo di ristoro per la gestione degli ultimi decenni. Ma un parere su che cosa? Tutto dipende dal tipo di delibera che la giunta vorrà mettere in votazione.
Chiedere direttamente il pagamento di una parte dei 3,2 milioni di euro che dovrebbero passare dalle casse comunali a quelle dell’Iras andrebbe incontro ad una possibile bocciatura del segretario comunale di Rovigo e a perplessità e travaglio da parte dei consiglieri. Ecco allora che il parere, e forse anche la delibera, potrebbe essere chiesto su una semplice “presa in carico” di Casa Serena con la rottura della convenzione che lega Comune e Iras. Per lasciare ad una seconda fase la definizione “del quantum” da versare all’istituto di San Bortolo. Un esercizio machiavellico per spostare più avanti la spada di Damocle e dare la possibilità ad Iras di avere un impegno scritto e “votato” per una imminente iniezione di liquidità. Lasciando però inalterati i dubbi di un’operazione non ancora certa in ogni suo dettaglio.
A questo punto occorrerà vedere come decideranno di muoversi i consiglieri. Votare una delibera col parere negativo dei tecnici del Comune, a partire dal segretario comunale, creerebbe più di qualche perplessità sia sui banchi dell’opposizione che in quelli della maggioranza. “Valuteremo quando vedremo carte e delibera - dice Michele Aretusini, capogruppo Lega - di sicuro si tratta del più grande fallimento politico del sindaco. Ha voluto gestire da solo il dossier Iras, ed ora ci ritroviamo a dover far le corse per votare alla fine dell’anno ancora non si sa che cosa? Per non parlare delle decine di migliaia di euro si soldi pubblici per le consulenze, chi le ha viste? Cosa dicono? Noi siamo pronti a fare la nostra parte per tutelare anziani, lavoratori e l’istituto di San Bortolo, ma chi ne esce sconfitto è il sindaco, costretto a chiederci un atto di fede indipendentemente dal parere dei tecnici. Intanto posso solo dire che vedremo le carte, le analizzeremo e valuteremo. Ma non accetteremo una pochezza di trasparenza”.
Il Pd per ora attende di sentire dalle parole del sindaco Edoardo Gaffeo i contorni della situazione e da domani i dem saranno impegnati in riunioni di partito e di maggioranza. Nadia Romeo, presidente del consiglio comunale, però, evidenza che la Regione in alcune situazioni di Ipab in crisi, come a Mogliano, si è comportata in un determinato modo, scendendo direttamente in campo anche dal punto di vista finanziario. Per ora non c’è ancora niente di scritto, vedremo”. Per non dire, poi, dei dubbi di chi si chiede in che modo il Comune dovrebbe pagare oltre 3 milioni all’Iras per risanare le sue casse e riprendersi Casa Serena. Immobile con più di una criticità, ma per le cui migliorie (!), dovrebbe appunto pagare fior di milioni.
Di sicuro l’affaire Iras pesa come un macigno sulla classe politica rodigina nel suo insieme, ed è probabile che le responsabilità, dirette o di poca vigilanza, vadano ricercate nel corso degli ultimi 20 anni. Basterebbe rileggere la lettera aperta di Cristiano Pavarin, ora segretario della Uil fp, ma nel 2008 consigliere comunale. Parole che lette a a 14 anni di distanza suonano come una frustata. Pavarin sollevava dubbi sugli investimenti sostenuti per Casa Serena nei primi anni 2000, a partire dalle cucine, sottolineando che questi avrebbero stretto l’Iras in sempre più crescenti fasi di ammortamento dei mutui “le rate dovevano iniziare da giugno 2008 scriveva - ora slittate a giugno 2009 e poi chissà, comunque questo slittamento produce un dichiarato aumento degli interessi complessivi” solo per citare un passaggio. La sostanza era che le scelte fatte in quel periodo avrebbero avuto pesanti ricadute negli anni successi, rischiando di portare Iras al tracollo. Cosa che si è poi verificata, visto che in prefettura, venerdì, è stato ribadito che senza accordo e voto consiliare entro dicembre si sarebbero aperte le porte della messa in liquidazione. Ecco allora che dopo anni di “tirare a campare” venerdì è stato messo un punto, che assomiglia tanto ad un capestro.
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