VOCE
VENETO
20.12.2022 - 08:44
Un nato su cinque in Veneto è straniero. Ma se il tasso di fecondità delle donne italiane scende ai minimi storici, nella nostra Regione rimane ancora sopra la media nazionale. Sono questi alcuni dei dati che emergono - stringendo la lente sulla nostra realtà regionale - dal report dell’Istat su “Natalità e fecondità della popolazione residente - Anno 2021”.
Dallo studio emerge che l’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri sul totale dei nati è notoriamente molto più elevata nelle regioni del Nord (20,6% nel Nord-est, 20,1% nel Nord-ovest) dove la presenza straniera è più stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (15,9%); nel Mezzogiorno l'incidenza è molto inferiore (5,6% al Sud e 5,2% nelle Isole). A livello Italia è il 14,2%, pari a quello del Lazio. Nel 2021 è di cittadinanza straniera quasi un nato su quattro in Emilia-Romagna (24%), il 20,9% in Liguria, il 20,6% in Lombardia e più o meno un nato su cinque proprio in Veneto, così come in Toscana e Piemonte. Al Centro sono il 15,9% mentre nel Mezzogiorno la percentuale è decisamente più contenuta in quasi tutte le regioni (il minimo si registra in Sardegna 4,4%), con l’eccezione dell’Abruzzo (9,2%).
L’impatto dei comportamenti procreativi dei cittadini stranieri è più evidente se si estende l’analisi al complesso dei nati con almeno un genitore straniero, ottenuti sommando ai nati stranieri le nascite di bambini italiani nell’ambito di coppie miste. La geografia è analoga a quella delle nascite da genitori entrambi stranieri ma con intensità più elevate: in media nel 2021 ha almeno un genitore straniero il 30,1% dei nati al Nord e il 23,8% al Centro; al Sud e nelle Isole le percentuali scendono a 9,2% e 8,6%. Considerando la cittadinanza delle madri, al primo posto si confermano i nati da donne rumene (13.611 nati nel 2021), seguono quelli da donne marocchine (9.559) e albanesi (8.680); queste cittadinanze coprono il 41,1% delle nascite da madri straniere residenti in Italia.
Per quanto riguarda il livello di fecondità delle donne tra 15 e 49 anni, questo è valutato con un valore medio di 1,25 figli nel 2021 (1,24 nel 2020).
Si tratta di una modesta ripresa che segue un lungo periodo di diminuzione in atto dal 2010, allorché si era registrato il massimo relativo di 1,44 figli per donna. Per trovare livelli di fecondità così bassi per il complesso delle residenti bisogna tornare indietro ai primi anni duemila. Tuttavia, in quegli anni la tendenza indicava un recupero, dopo il minimo storico di 1,19 figli per donna registrato nel 1995, attribuibile in larga misura al crescente contributo delle donne straniere. Nel 2003, ad esempio, la fecondità delle straniere era pari a 2,47 figli per donna, ben distante dal valore di 1,87 registrato nel 2021 (leggermente inferiore al 1,89 del 2020). Si conferma al Nord il primato dei livelli più elevati di fecondità riferito al totale delle residenti (1,31 nel Nord-est e 1,26 nel Nord-ovest), soprattutto nelle Province Autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 1,72 e 1,42), quindi in Veneto (1,30), in Lombardia e in Emilia-Romagna (1,27).
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