VOCE
ORRORE A CHIOGGIA
21.12.2022 - 13:30
Verrà celebrato oggi pomeriggio, mercoledì, alle 14 nella chiesa parrocchiale di Corbanese di Tarzo, in provincia di Treviso, il funerale di Paolo Marangon, il 67enne ucciso in via Alga a Sottomarina sabato 10 dicembre. Marangon si trovava in via Alga assieme alla propria compagna quando, da una prima ricostruzione fatta dai carabinieri di Chioggia e attraverso il racconto della donna, sarebbe stato aggredito dal 26enne pregiudicato Andrè Morana.
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La sua colpa? Semplicemente aver urtato il giovane mentre passava lungo le scale dell'abitazione di via Alga. Il 26enne lo ha inseguito e colpito facendolo cadere rovinosamente a terra. Nella caduta il 67enne ha sbattuto violentemente la testa contro l'asfalto e le sue condizioni sono apparse subito molto gravi. Soccorso e stabilizzato dal personale del pronto soccorso dell'ospedale di Chioggia Marangon è stato trasferito d'urgenza al reparto di Rianimazione dell'ospedale dell'Angelo di Mestre dove ha lottato tra la vita e la morte per 48 ore, quando i medici non hanno potuto far altro che confermare la sua morte celebrare e staccare il macchinario che lo teneva in vita. Venerdì è stata effettuata, sul corpo dello sfortunato 67enne, l'autopsia che dovrà dare risposte importantissime soprattutto in vista del processo che dovrà affrontare Andrè Morana, la cui posizione, dal punto di vista giuridico, è molto grave, dovendo rispondere di omicidio preterintenzionale.
Pare che il giovane abbia confermato di aver inseguito Marangon per strada dopo che questi gli ha inavvertitamente pestato un piede e urtato il braccio e di essere stato lui a chiamare i carabinieri e l'ambulanza. Una circostanza che sarà facilmente verificabile consultando il tabulato delle chiamate partite dal proprio cellulare. Il giovane quindi, salvo eventuali cambiamenti disposti dalla Procura, attenderà a casa il processo mentre dovrebbe invece essere eseguita venerdì l'autopsia sul corpo di Paolo Marangon. La decisione di non arrestare il giovane non è piaciuta a gran parte dell'opinione pubblica locale. Soprattutto sul web in molti si sono scagliati contro questa scelta, ritenendo che chi, per futili motivi, ha causato la morte di un innocente, dovrebbe attendere il giudizio in regime di non libertà. Tuttavia l'arresto è previsto sempre e solo in caso di flagranza di reato, cosa che non è accaduta in questo particolare caso. Il 26enne quindi si trova tuttora nella sua abitazione di via Alga, in attesa del processo penale.
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