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il caso

"Quel parroco qui non può entrare"

Il vescovo di Rovigo rilancia lo stop di Padova all’ex sacerdote scomunicato che aveva attaccato il Papa

"Quel parroco qui non può entrare"

Se fossimo nel Medioevo la si potrebbe definire un anatema lanciato contro un prelato scomunicato, dichiarato eretico, e quindi da mettere al bando. Oggi invece si può definirlo semplicemente indesiderato. Si tratta di Alessandro Minutella, ex presbitero dell’Arcidiocesi di Palermo, e scomunicato il 18 agosto 2018 per aver commesso il delitto contro la fede e l’unità della Chiesa, in quanto scismatico, ed impegnato in un tour in Veneto. Nei giorni scorsi anche il vescovo di Rovigo, Pierantonio Pavanello, ha ripreso e rilanciato l’ordine rivolto dal vescovo di Padova a parroci ed esponenti di clero per proibire di concedere spazi e luoghi religiosi a Minutella.

Il testo del messaggio diffuso della diocesi di Rovigo è chiaro: “Il vescovo di Adria-Rovigo ritiene doveroso portare a conoscenza dei presbiteri e religiosi della diocesi un comunicato riguardante la presenza in Veneto del signor Alessandro Minutella accompagnato da fra’ Celestino della Croce (Pietro Follador) e chiede che anche nella diocesi di Adria-Rovigo ci si attenga alle disposizioni date per la sua diocesi dal vescovo di Padova”.

Altrettanto esaustivo il testo di quando disposto dal vescovo di Padova Claudio Cipolla, e rilanciato dal vescovo di Rovigo. Un testo in cui si spiegava, un paio di settimane fa, che “il vescovo Cipolla alla luce di alcune informazioni giunte attraverso i canali social utilizzati dal signor Alessandro Minutella, ha appreso della sua imminente presenza nel Padovano - e quindi presumibilmente nel territorio della Diocesi di Padova – nel periodo 15 dicembre 2022-15 gennaio 2023, accompagnato anche da fra Celestino della Croce, al secolo Pietro Follador, attualmente incardinato nella diocesi di Patti (Messina). A tal proposito il vescovo, monsignor Claudio Cipolla, segnala a presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate e fedeli tutti che il signor Alessandro Minutella, già presbitero dell’Arcidiocesi di Palermo, è stato scomunicato il 18 agosto 2018 (con decreto del 15 agosto 2018) per aver commesso il delitto contro la fede e l’unità della Chiesa, in quanto scismatico; ed è stato dimesso dallo stato clericale in data 13 gennaio 2022 (con decreto emesso dalla Congregazione per la dottrina della fede)”.

Il messaggio del vescovo di Padova poi continua: “Per quanto riguarda fra Celestino della Croce comunica che ha ricevuto dal suo vescovo la proibizione di svolgere il ministero presbiterale in pubblico per le sue posizioni apertamente in linea con quelle di Minutella. Il vescovo Claudio per quanto di sua pertinenza nel territorio della diocesi conferma i provvedimenti presi nei confronti di fra Celestino da parte dell’ordinario di Patti, a cui aggiunge la revoca della facoltà di udire le confessioni e impartire l’assoluzione sacramentale ai fedeli, nell’ambito del territorio della Diocesi di Padova. Proibisce inoltre ai parroci, ai rettori di chiese, agli amministratori parrocchiali e ai superiori di istituti religiosi, di concedere ai sopraddetti Alessandro Minutella e fra Celestino della Croce luoghi di culto e spazi sia interni che esterni di proprietà di enti ecclesiastici”.

Proibizione che assume il valore “di accorato invito per qualsiasi fedele cattolico che abbia a cuore la comunione ecclesiale”.

Minutella era parroco di Romagnolo, a Palermo, nel 2017 cominciò ad attaccare papa Bergoglio, dichiarando di provare nostalgia per Benedetto XVI, e battendosi contro la Chiesa e papa Francesco. Prima fu rimosso dal suo ruolo di sacerdote e poi dimesso dallo stato clericale. E tuttavia dopo la scomunica Minutella ha continuato a diffondere le sue tesi sui canali social e su una radio. Vicino alle sue idee e Fra Celestino, al quale è stato proibito di svolgere il ministero presbiteriale in pubblico.

Insomma stop alle tesi eretiche. Qualcuno potrebbe definirla censura, in realtà i vescovi proibiscono di concedere spazi della curia e della Chiesa a chi vuole criticare la Chiesa. Nessun pulpito diocesano, quindi, a chi si è messo fuori da questa linea.

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