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IL RICORDO

"Pelé e il suo sorriso: come lui, nessuno mai"

Il saluto dei calciatori brasiliani del Polesine al loro idolo

"Pelé e il suo sorriso: come lui, nessuno mai"

"Per noi brasiliani Pelé è stato un Dio. Ha rappresentato la storia del calcio e dell'intero Brasile. Ora ci aspettano giorni di lutto e di preghiera". Il commosso ricordo di Dayane Da Rocha, calciatrice brasiliana del Rovigo Orange, esemplifica perfettamente lo stato d'animo della comunità calcistica verdeoro che gioca (o ha giocato) in Polesine dopo aver appreso la notizia della scomparsa a 82 anni di O Rei, avvenuta giovedì sera a San Paolo del Brasile per le complicazioni di un cancro.

Due anni dopo Maradona, dunque, anche Pelé, l'altro simbolo calcistico per eccellenza, se n'è andato, tra le lacrime di milioni di brasiliani e di amanti del calcio di tutto il mondo. "Ma a nostro parere non può esserci paragone su chi sia stato più forte tra i due - spiega fermamente Dayane, 'portavoce' della comunità brasiliana della Rovigo Orange, che conta anche Milena Gasparini, Cintia Pereira e Filomena Othmani - Pelé era una presenza unica, grazie al suo sorriso sempre stampato in faccia".

"Lascia un vuoto enorme nel mondo del calcio, ma anche per il Brasile e il Santos, il suo club. Purtroppo l'ho visto solo nei video - continua - ma per noi era un Dio. Il suo funerale batterà ogni record di presenze, la sua scomparsa supera tutto, anche quella di un altro simbolo come Ayrton Senna. Peccato solo che la nazionale brasiliana, in Qatar, non gli abbia regalato la vittoria dell'ultimo Mondiale, lui che ne ha conquistati tre", chiude la forte calciatrice. Nel mondo del pallone maschile polesano, il calciatore brasiliano che gioca a più alto livello è Adriano Bernardes, colonna dello Scardovari e forte di un passato anche nei professionisti.

“Anche se sono cresciuto guardando Ronaldo il Fenomeno, Romario, Baggio, Henry e Zidane – dice - fin da piccolo sentivo nominare Pelé per strada. E quando ho iniziato a studiare calcio, ho capito che quel che lui fece nessuno l’aveva mai fatto. Era un calciatore completo: c’è una storia prima e dopo Pelé. Tutti noi calciatori abbiamo cercato di imitarlo – chiude Adriano – ma è un’impresa impossibile”.

“Pelé è la storia del calcio brasiliano come Senna lo è stato per l’automobilismo – riprende Rodrigo Pereira Da Rocha, brasiliano di Adria negli scorsi anni in forza a Crespino, San Vigilio, Villadose e Papozze – era un calciatore fantastico, ha portato allegria in un paese, il Brasile, dove c’è tanta povertà. Un idolo, un esempio da seguire, sia dentro che fuori dal campo. Sul rettangolo verde faceva cose che sembravano facili ma che in realtà erano quasi impossibili. E quanta gioia ha regalato al Brasile”, conclude.

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