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ADRIA

“La città è su un binario morto”

Il primo anno del "Cantiere"

“La città è su un binario morto”

Cantiere Adria al termine del primo anno di attività con diversi appuntamenti pubblici. Nei giorni scorsi si è svolta la pizzata che ha visto la partecipazione di una quarantina di soci per farsi gli auguri ma non solo. “Un bell'incontro – spiega Federico Simoni, presidente dell’associazione - Segno concreto di una realtà viva e dinamica che si è posta fin da subito sul panorama adriese ponendo tematiche di sicuro interesse locale e non solo”.

La partenza è stata tormentata e ritardata a causa del Covid che non dava tregua, poi è arrivato il decollo. Soddisfatto del primo anno?

“Sicuramente. Direi che l’obiettivo è stato centrato: essere un pensatoio. Una fabbrica delle idee. Ecco come ho sempre definito questa nostra associazione. Perché la finalità principale è quella di scuotere le coscienze, di incuriosire le persone, di stimolare tutti a riflettere e pensare in merito alla nostra società, soprattutto alla nostra amata città. Per questo il nome Cantiere Adria: perché Adria ha bisogno di risollevarsi, di essere ricostruita dalle fondamenta, per rilanciarsi nel panorama locale e provinciale”.

I momenti principali degli ultimi 12 mesi?

“Abbiamo proposto alla città momenti di riflessione in quattro incontri con tematiche diverse e di interesse generale. Abbiamo iniziato a marzo ospitando il noto politologo ed economista Carlo Pelanda, che ha fatto un'analisi della nostra società e del futuro che ci aspetta anche a seguito della pandemia, della guerra e della conseguente crisi economica. Quindi una tavola rotonda sul commercio tra Confesercenti e Confcommercio, per un confronto sulle problematiche del settore e sulle possibili vie d'uscita future. Grazie alla disponibilità di noti avvocati del territorio, abbiamo svolto un dibattito sui referendum di settembre sulla riforma della giustizia. Ultimo appuntamento per affrontare il grave problema della violenza contro le donne, in un incontro molto partecipato e dibattuto”.

Un primo bilancio, allora?

“Possiamo dirci soddisfatti per aver visto tante persone partecipare ai nostri incontri, segno che l'interesse degli adriesi ad occuparsi della cosa pubblica, della ‘polis’, non è per niente sparito. Forse, e dobbiamo dircelo apertamente, l'attuale amministrazione comunale non è stata all'altezza non tanto di rilanciare, ma anche solo di governare come meriterebbe una città importante come Adria. Hanno allontanato i cittadini dal dibattito politico locale, rimanendo chiusi nel Palazzo, non vivendo in mezzo alla gente, in mezzo alle associazioni, in mezzo ai negozianti o alle attività locali”.

Il Cantiere sta senza dubbio pensando alle prossime amministrative. Come vi state preparando?

“Il primo auspicio è mettere in campo le migliori forze e le più belle idee per guidare insieme il treno che ci porterà fuori da questo binario morto in cui Barbierato e le sue truppe civiche lo hanno portato. Siamo aperti al dialogo con qualsiasi forza politica o associativa che voglia risollevare Adria dallo stato in cui si trova. Risvegliamo le coscienze, gettiamo il cuore oltre l'ostacolo e risolleviamo insieme la nostra bella città”.

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