VOCE
L'appello
05.01.2023 - 05:00
“Più risorse e più impegno per fermare infortuni e vittime sul lavoro”. Lo chiede Gino Gregnanin segretario della Uil.
“Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico che grava sul Paese - dice Gregnanin - ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, che dovrebbe invece rappresentare una priorità. Superati i mille morti nel 2022 e manca ancora un mese al bilancio annuale. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese. Stiamo parlando di oltre 22 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working)".
"Nel periodo gennaio-novembre 2021 invece i decessi totali sono stati 1.116 e, come nei mesi scorsi, stiamo osservando un decremento della mortalità, purtroppo solo apparente. Infatti, ricordiamo come quest’anno siano quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al Covid”. “Ciò significa - continua - che gli infortuni mortali ‘non Covid’ sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022”.
Così come ricordato dell’Osservatorio sicurezza Vega Engineering di Mestre, è il settore costruzioni che fa registrare nuovamente il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 124. Seguono: trasporti e magazzinaggio (104) e attività manifatturiere (91). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (273 su un totale di 722). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 92,2 infortuni mortali ogni milione di occupati. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, cioè oltre il 18,3% del totale.
Il segretario Uil aggiunge che “Il Veneto non se la cava bene, per quanto riguarda il numero dei decessi in occasione di lavoro, perciò al netto di quelli in itinere, nei primi undici mesi del 2022 sono 68 in Veneto e vengono rilevati in provincia di Verona (19), quindi Venezia (14), Vicenza (12), Padova (8), Belluno (6), Treviso (5) e Rovigo (4) e con questi dati drammatici il Veneto rimane in zona arancione che, subito dopo la rossa, è quella che fa rilevare le incidenze di mortalità dei lavoratori più elevate in Italia”.
Numeri in continua crescita che mostrano un quadro peggiore di quello pre-pandemico. E non può non saltare all'occhio l'incremento delle denunce di infortunio che ha riguardato le donne, ormai costante e di gran lunga maggiore rispetto a quello registrato per gli uomini: quasi il 50% in più le denunce di infortunio tra le lavoratrici, nei primi 11 mesi di quest'anno, rispetto al +19% tra gli uomini. Allarmano non poco, poi, la crescita di infortuni e decessi tra i lavoratori e le lavoratrici più giovani.
E ancora: “Nessuna concreta risposta alle nostre ripetute richieste per una seria pianificazione degli interventi di contrasto al terribile aggravarsi del fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro. Nella legge di Bilancio nessun euro investito su questo tema. Ci auguriamo che nel nuovo anno, come promesso, il tema della tutela della salute e della sicurezza sia finalmente messo al centro degli impegni di questo governo”.
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