VOCE
Rovigo
07.01.2023 - 06:00
Commozione in tutto il Paese per la morte di Gianluca Vialli, l’ex calciatore da tempo malato. Una morte che ha suscitato ricordi e sgomento anche in Polesine. È un Gianluca Vialli poco più che ragazzino, il ricordo di Paolo dal Fiume, ex centrocampista e allenatore polesano che negli anni ‘80, con le maglie di Napoli e Udinese, lo ha incontrato, e affrontato, mentre muoveva i suoi primi passi nel mondo del calcio. “Porto un bellissimo ricordo di Gianluca - conferma Dal Fiume -, quando era ancora poco più che un adolescente, essendo io, anagraficamente, mezza generazione più avanti rispetto a lui. Quando ci incontrammo la prima volta lui aveva circa 16 anni, erano i primi anni ‘80 e giocava nella Cremonese, in serie B, era ancora agli esordi della sua carriera. Un giovane fisicamente molto magro, con tanti capelli scuri e ricci e quella tipica faccia da ragazzino per bene, è questo il ricordo che ho di Gianluca e l'immagine che, da allora, porto sempre con me. Di lui all’epoca si parlava molto, se ne parlava come di un giovane molto promettente e il tempo, poi, lo ha confermato”.
Gianluca Vialli se ne è andato ieri, battuto, dopo una lunga battaglia, da un tumore al pancreas quello che lui chiamava ‘l'ospite indesiderato’. “Ricordo poi di averlo incontrato quando giocava nella Sampdoria - continua Dal Fiume - poi non ci sono state altre occasioni perché quando andò a giocare nella Juventus io, ormai, avevo già smesso. Non ho avuto una vera e propria conoscenza personale di Gianluca, se non quella legata ai campi da calcio, ma lo ricordo come un grande giocatore e soprattutto una grande persona. Era un uomo che non amava apparire, era più defilato rispetto ad altre persone famose, mai sopra le righe, pur essendo molto conosciuto. Un giovane che, con il tempo, ha fatto una bellissima carriera, come giocatore prima e come allenatore poi”.
Nonostante la malattia, però, Gianluca non si è mai allontanato dal mondo del calcio, tra le ultime avventure anche gli Europei del 2021, a fianco dell'amico di una vita, Roberto Mancini. “Ricordo di averlo visto in tv, molto concentrato e molto calato in quella nuova sfida - conclude Dal Fiume -. In quel ruolo emergeva tutta la sua professionalità e soprattutto la passione che metteva nel suo lavoro. Da tempo lottava contro quel terribile tumore, purtroppo nonostante la speranze fossero molte, si sapeva che la sua vita era a rischio. Dispiace molto. Con me porterò sempre il ricordo di quel ragazzino, un Gianluca esordiente, coi suoi capelli ricci ed il suo viso pulito”.
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