VOCE
ROVIGO
10.01.2023 - 11:00
"Registriamo con preoccupazione che il nuovo progetto “ex Questura”, il cui bando doveva avere avvio nel febbraio 2022 e la cui fine lavori era prevista entro febbraio 2027, non dà segni di vita".
Comincia così la preoccupata analisi dell'avvocato Lorenzo Pavanello, di Rovigo, portavoce del comitato "Tribunale in centro". "Dopo avere lasciato che il progetto di un nuovo Tribunale alla ex Caserma Silvestri sfumasse perché il Demanio 'aveva già deciso' ci ritroviamo nel 2023 con un compendio abbandonato e la sensazione che tre anni fa si potesse ancora intervenire - prosegue il suo intervento - Rischiamo nuovamente che la geografia giudiziaria nazionale possa penalizzarci, dacché l’ex Questura è legata al Pnrr e la fine dell’opera dovrebbe pertanto avvenire entro il 2026".
"L’interlocuzione della politica locale con i Ministeri e gli Uffici regionali sulle questioni che interessano Rovigo è inefficace.
Il Comitato si è pertanto nuovamente ritrovato sulla necessità di porre all’attenzione della città l’inerzia dell’amministrazione comunale e dell’intera politica rodigina, inerzia che purtroppo si registra anche su altre questioni decisive e che attendono risposta".
Tra queste, secondo l'elenco di Pavanello, ecco le principali:
1) come ormai noto, secondo la classifica di vivibilità del Sole 24 Ore, Rovigo risulta essere al 77° posto in Italia, ultima delle città del nord (Verona al 16°, Treviso al 21°, Venezia al 20°, Padova al 29°, Belluno al 35°): la città non cresce affatto felice ma decresce tristemente;
2) secondo una graduatoria formata del Ministero della Cultura, il Teatro
Sociale di Rovigo risulta penultimo in Italia tra i 26 teatri di tradizione nazionali;
3) la cultura è affidata alle splendide mostre di palazzo Roverella ma non vi è minima attenzione ai servizi per i turisti, che spesso arrivano anche dall’estero;
4) gli uffici del settore urbanistica rispondono alle esigenze dei tecnici rodigini con stupefacente e intollerabile ritardo, causando in tal modo un declino edilizio che impoverisce la città;
5) i commercianti sono messi in difficoltà con i plateatici e con le imposizioni, senza che mai sia loro chiesto un consiglio;
6) si tagliano alberi promettendo di ripiantare ma le promesse rimangono tali, il verde cittadino è incolto, importanti vie del centro – come, a esempio, viale Trieste – sono circonvallazioni per automobilisti frettolosi circondate da sterpi e la sporcizia caratterizza gran parte del
centro storico.
"Il Comitato - chiude la comunicazione - preso atto che l’intera politica locale langue, proseguirà pertanto la sua attività di stimolo dell’opinione pubblica, mantenendo il nome “Rovigo non si ferma” accanto, ancora e
purtroppo, a quello di “Tribunale in centro”.
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