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TRIBUNALE

A 17 anni ha ucciso il padre col machete

Ma potrebbe cavarsela: si valuta la capacità di intendere e di volere

A 17 anni ha ucciso il padre col machete

A maggio era stato condannato a 9 anni 4 mesi, con rito abbreviato; in Appello, però, la difesa ha ottenuto un risultato importante: una consulenza per chiarire la capacità di intendere e volere del ragazzo, accusato di avere ucciso il padre con un colpo di machete. Un quesito che avrà ripercussioni pesantissime sul futuro del procedimento penale.

La vicenda risale al 4 febbraio del 2021 e si verificò a Sant'Apollinare, Rovigo, nel cosiddetto “campo rom”, un gruppetto di roulotte affacciate sulla provinciale. Qui, quella sera, Eddis Cavazza, 45 anni, sarebbe stato ucciso dal figlio, all'epoca 17enne, con un colpo di machete.

A febbraio, la Corte di Assise di Rovigo aveva inflitto 21 anni alla compagna del ragazzino, una 27enne. Non le veniva contestata la partecipazione materiale all'omicidio, ma una complicità in questo, dal momento che avrebbe rafforzato - chiaramente secondo la ricostruzione accusatoria, rigettata dalla giovane - la determinazione del minorenne a commettere quell’atto, acquistando il machete in una tabaccheria di Adria e, al momento dell’uccisione del padre, avrebbe minacciato gli altri familiari per impedire che intervenissero.

Ora, chiaramente, la decisione di disporre una consulenza in Appello, cambia le carte in tavola: una eventuale dichiarazione di incapacità del ragazzo di intendere e volere, infatti, potrebbe aprire la porta a un esito totalmente differente rispetto alla pronuncia di condanna arrivata, invece, in primo grado.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    14 Gennaio 2023 - 10:15

    monorenne...rom,problemi psichici (??)..non fara' un giorno di galera.e girera' indisturbato

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