VOCE
Il circolo degli ex
13.01.2023 - 05:17
La scritta “Padiglione Duca Camerini” che dall’alto guardava l’ingresso del reparto di pediatria e malattie infettive del vecchio ospedale cittadino quasi non si vede più, completamente coperta d’edera. La parietaria si è mangiata quello che resta dell’ex ospedale, gioiellino Liberty di fine Ottocento ormai in disuso da più di 40 anni.
L’area del padiglione Camerini, incastonata tra via Badaloni, via Mure Ospedale e via Pascoli, è una specie di buco nero del cuore del centro storico. Il Duomo è lì a due passi. Undici anni dopo l’ultimo progetto di riqualificazione, che prevedeva la realizzazione di uffici e appartamenti salvaguardando l’immobile storico, tutto è ancora fermo: le lungaggini e la crisi prima, e le mutate esigenze del mercato immobiliare poi, avevano reso quell’idea non più percorribile.
Ma la proprietà, le due imprese di costruzioni cittadine Cefil e Reale, recentemente si è seduta di nuovo al tavolo con l’amministrazione comunale: al vaglio, l’ipotesi di inserire il rilancio dell’area nel nuovo piano degli interventi. Il tutto secondo il progetto del 2011, opportunamente aggiornato, che aveva già ricevuto anche il via libera della Soprintendenza.
Intanto, però, a dominare su quei (circa) 5mila metri quadrati che comprendono il padiglione e l’ampio giardino è il verde. Incolto. L’ex ospedale, di cui il padiglione Camerini faceva parte, era stato costruito nel 1846 nello stesso posto in cui, già dalla fine del 1200, in città esisteva un nosocomio. La costruzione andò avanti per step: all’epoca, infatti, gli ospedali erano composti da padiglioni separati uniti da cortili e giardini. Un’area che si estendeva lungo tutta quella che oggi è via Mure Ospedale. Tutto l’ospedale è rimasto in funzione fino agli anni ’70, per poi essere smobilitato progressivamente fino al trasloco definitivo, nel 1982, nell’attuale struttura di viale Tre Martiri. I vecchi padiglioni sono stati riqualificati, e nella zona sono sorte case e condomini; altri oggi ospitano circoli sociali e associazioni, mentre una parte dell’ospedale ha oggi al suo interno gli uffici comunali del comparto urbanistica. Quello che era padiglione Camerini, invece, rimane divorato dall’erba. Chissà per quanto ancora.
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