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Il circolo degli ex

Il gigante di pietra lasciato solo

Da anni si tenta di programmare il recupero, ma ancora non è decollato

Il gigante di pietra lasciato solo

Da anni si tenta di programmare il recupero, ma ancora non è decollato

Un vuoto in centro col vuoto in centro. Ogni tanto spunta un progetto, un’idea per ridare vita al complesso edilizio che campeggia nel cuore di Rovigo, tra il Corso del Popolo, piazza Umberto e via Angeli. Ma per l’ora l’ex Genio civile continua ad essere un gigantesco vuoto urbano. Il degrado da tempo h aggredito le parti più nascoste dell’immobile, mentre alcuni settori dell’edificio hanno ripreso funzionalità dando spazio ad uffici di qualche ente o associazione. Ma il grosso del palazzo è ancora lì, come un gigante addormentato. Poco più di un anno fa la Regione Veneto, titolare dell’immobile, aveva effettuato una ricognizione per esplorare la possibilità di una riqualificazione e riutilizzo dell’area, ma a quanto si sa il progetto è ancora in fase di studio.

L’ex Genio civile per anni è stato inserito nel piano delle alienazioni della Regione. Ma dopo svariati tentativi di metterlo all’asta, andati sempre deserti, l’orientamento poi è stato quello di cercare una strada per un recupero funzionale, e liberarlo quindi dall’incuria degli ultimi anni.

L’ex Genio civile è abbandonato dal 1985, un gigante di pietra finito spesso al centro di sogni di riutilizzo e recupero. Qualche anno fa si era parlato anche dell’interessamento di un privato per la realizzazione di un piccolo centro commerciale, con negozi e attività commerciali all’interno dell’edificio, ma l’affare non è mai andato oltre un pourparler.

Il grande stabile misura 2.856 metri quadri disposti su più piani, e che avvolgono un piccolo cortile interno, per una superficie complessiva di terreno di ben 858 metri quadrati. In diverse occasioni dal grande palazzo si sono staccati pezzi di intonaco e calcinacci, cosa che ha reso ancora più urgente il recupero dell’edificio e che qualche mese fa ha richiesto l’apertura di un cantiere per sistemare gli infissi sul lato che si affaccia su piazza Umberto.

Il palazzo è il risultato di una serie di interventi sull’originale che ne hanno modificato l’estensione e l’aspetto esterno. Nel 1844, infatti, proprio qui venne demolito il fabbricato in cui, durante la Repubblica di Venezia, si ricavava il salnitro per la polvere da sparo. Tra il 1932 e il 1935 la prima trasformazione: un fabbricato di due piani con una torre angolare ed un cortile interno che si sviluppava su tre lati tra corso Littorio e via Umberto I. L’idea era quella di rendere il palazzo un simbolo del regime, sul nuovo Corso appena realizzato. Nel 1940, poi, un primo ampliamento, con la realizzazione del magazzino idraulico verso il cortile, che comportò quindi la chiusura sul quarto lato.

Nel 1958 un altro intervento andò modificare in maniera consistente l’aspetto originario con la realizzazione del terzo piano e l’innalzamento ulteriore della torre. Nel 1972 il palazzo, diventato insufficiente, venne ulteriormente ampliato. In seguito alla riorganizzazione delle competenze attribuite alle Regioni e la suddivisione in uffici distinti, dopo una prima condivisione degli spazi, la parte storica venne definitivamente abbandonata nell’estate del 1985. E da allora è un enorme vuoto urbano in pieno centro.

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