VOCE
LA STORIA
16.01.2023 - 09:00
CAVARZERE - E’ commovente e, soprattutto, ricca di dedizione verso il prossimo la storia del Dottor Privat Sinankwa originario dal Burundi (Africa), persona di spessore che sa donare ai più bisognosi come riconoscenza per ciò che lui stesso ha ricevuto in Italia.
Sinankwa arriva a Pegolotte di Cona alla fine del 1979 grazie a Don Mario Zanin allora parroco della cittadina. Don Mario a Pegolotte aveva un collegio chiamato “Collegio per i medici del terzo mondo” che si occupava esclusivamente di ospitare quelli che sarebbero stati i futuri medici provenienti dal terzo mondo.
Nel 1979 frequentavano il collegio 2 studenti dal Burundi (tra cui Privat), tre dalla Repubblica Democratica del Kongo, due dal Bukirna Faso e tre dal Pakistan. Molti altri negli anni precedenti avevano già terminato il percorso di studi. Per il giovane Sinankwa il percorso di laurea è stato molto difficile, in quanto nel frattempo don Mario è deceduto e la scarsità di fondi utili agli studi hanno rallentato la scalata. Come non bastasse, sempre nello stesso periodo, in Burundi scoppia l’ennesima guerra e sono proprio le parole del dottore che ci fanno capire la drammaticità dei fatti, ma anche la sua grande forza per arrivare al traguardo: “A casa mia è scoppiata un’altra guerra che si è portata via i miei genitori e cinque dei miei dieci fratelli, oltre che altri famigliari. Un periodo in cui ho sofferto molto anche psicologicamente - sono le prime parole del dottore che continua con commozione - Sono rimasto senza nessuno, ho tribolato e faticato per completare la facoltà di medicina e per aiutare i famigliari rimasti. Non è stato facile ho dovuto farmi aiutare anche psicologicamente perché ero molto provato, ma sono arrivato al traguardo”.
Nel 1992 arriva la laurea alla Facoltà di Medicina di Padova e, successivamente, nel 1996 l’ingresso nella scuola di specializzazione in scienze dell’alimentazione e denutrizione, terminata nel 2000. Il dottore inizia il suo lavoro a Montebelluna per poi trasferirsi come medico di medicina generale presso l’ospedale di Castelfranco all’interno dell’Ulss 2 Treviso, dove tutt’ora è in servizio. Fin da subito Privat abbina alla sua professione da medico, la solidarietà verso il prossimo, descrivendola con queste parole: “Devo ringraziare don Mario che mi ha aperto gli occhi. Il suo gesto ha fatto si che io possa fare altrettanto con i più bisognosi”. Per realizzare i suoi sogni il dottore ha fondato un’associazione con sede a Padova che ha come obiettivo costruire un centro nutrizionale in Burundi che si occupi principalmente della denutrizione infantile dai 0 ai 5 anni e cioè successivamente allo svezzamento dal latte materno. Il nome dell’associazione è “Mama Wetu Onlus” che significa “mamma nostra” nome che racchiude in sè un grande significato spiegato così dal medico: “In questo Paese c’è un alto tasso di natalità ravvicinate: una mamma sta allattando e si trova nuovamente incinta. Da qui la domanda: di chi è la mamma? E’ nostra in senso generale! Il bambino in arrivo si contende la mamma con quello che già stava bevendo il suo latte; un bambino in grembo ed uno attaccato al seno ma, in mezzo, ci sta la mamma”. Attualmente l’associazione ha in programma di raggruppare le famiglie più bisognose, istruirle, aiutarle ad essere autosufficienti sia dal punto di vista nutrizionale, che economico. Tutto questo deve avvenire in un centro nutrizionale in via di costruzione, rallentata con il Covid (troppo rallentata ndr). Un altro obiettivo del centro è quello di spiegare fin dalla scuola come curare le mamme e i bambini, fornire nozioni culinarie e sanitarie. Quando una famiglia vuole affrontare una gravidanza deve conoscere l’impegno richiesto: dalla salute, a cosa deve fare il partner per aiutare la famiglia stessa.
Chi volesse sostenere il dottore con un gesto di solidarietà può farlo attraverso una donazione a: “Associazione Mama Wetu Onlus – Banca etica agenzia 01 di Padova - Iban: IT13J0501812101000011953817 Centro direzionale… deve iniziare l’alloggio un più in alto nella collina per ospitare 4/5 persone che abbiano bisogno di una mano. Stanno costruendo un muro di contenimento al centro direzionale.
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